Rosa Salva: «Una festa sempre più internazionale»

Lunedì 25 Maggio 2015
Una festa del remo sempre più globale. Almeno a giudicare dalla nazionalità degli equipaggi e dalla quantità di imbarcazioni fluviali che, più velocemente di quelle lagunari, sono riuscite a coprire il percorso della 41. Vogalonga e a raggiungere punta Dogana, per il ritiro di diplomi e medaglie di partecipazione. Un'operazione effettuata «a lancio» dal pontone, per evitare code, da Sergio Tagliapietra «Ciaci», alternato ai rappresentanti del comitato organizzatore e del Panathlon Club, a Renzo De Antonia (Coni provinciale), a Aldo Reato (Assemblea dei Bancali), al comandante provinciale dei Carabinieri, Enrico Sulpizi e altri ufficiali dell'Arma e della Guardia di Finanza (assente il Comune).
L'edizione 2015 della kermesse si è chiusa a quota ottomila partecipanti su 1.750 imbarcazioni provenienti da tutto il mondo. «In effetti, da qualche tempo, veneziani se ne vedono di meno - il commento di Lalo Rosa Salva - Ciò non toglie che la Vogalonga sia stata fondamentale per la riscoperta delle nostre tradizioni remiere, specie dalle donne ora presenti in quantità. L'evento è internazionale: tanti gli stranieri che ci hanno chiesto la data della prossima edizione. Inoltre è stata proprio la Vogalonga a far sì che tra loro, molti imparassero la voga alla veneta». Anche nelle parole di «Ciaci» la nostalgia di quando ad affrontare il percorso erano soprattutto equipaggi locali: «Qui è un moltiplicarsi di voga all'inglese. In ogni caso, il colpo d'occhio rimane magnifico».
Tra i veneziani che non hanno dato forfait, equipaggi della Bucintoro e della Querini, della Remiera Francescana, del gruppo sportivo Tre Archi, della Remiera Casteo, del Club nautico San Marco e della Canottieri Mestre. Anche una barca da Sant'Erasmo, con Bruno Vignotto timoniere e Mattia, il figlio di Rudi. E poi il dragot boat dell'Universita Cà Foscari, la caorlina «Magna e Bevi Expo» con l'ex assessore Alessandro Maggioni primo vogatore, le Pink Ladies e Daniele Scarpa, timoniere di «Draghina Teresina».
Più variopinti gli stranieri, con bandiere e talvolta costumi nazionali. Specie francesi, ma riconoscibili anche tedeschi, svizzeri, inglesi, ungheresi, australiani e neozelandesi.
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