"Fluxbooks", il libro d'artista tra passato e presente

Giovedì 5 Marzo 2015
VENEZIA - La prima sorpresa, subito, all'ingresso della sede di piazza San Marco della Fondazione Bevilacqua: a soffitto un'onda colorata di stoffe multicolori, ad alta tecnologia. Un omaggio di Luigi Bonotto, che è sì il più grande collezionista a livello europeo per quanto riguarda il movimento Fluxus, ma è anche un industriale tessile, anzi nella sua fabbrica in quel di Molvena (Vicenza) le opere degli artisti convivono con i telai. Ieri, nelle due sedi della Fondazione si è inaugurata la doppia mostra “Fluxbooks” incentrata sul libro d'artista. Quelli dei grandi maestri del passato, nei favolosi anni Sessanta come Maciunas, Yoko Ono, Vostell, Cage, Spoerri esposti a San Marco. E le opere realizzate dai borsisti della Bevilacqua La Masa, che hanno tratto ispirazione dai primi, e che rappresentano il futuro, a Palazzetto Tito. «E' solo una selezione dei libri d'artista appartenenti alla mia Fondazione – dichiara Luigi Bonotto - Esporli tutti sarebbe stato impossibile. Però sono tutti on line ed è possibile consultarli gratuitamente. Del resto, oggi, ho realizzato il mio sogno di mettere a disposizione il capitale che possiedo per creare nuova arte». La selezione di Piazza San Marco è stata operata da Giorgio Maffei e Patrizio Peterlini, che hanno scelto di riordinare - per quanto possibile per un movimento che ha per dogma una creatività trasgressiva - i libri in cinque categorie. Il libro come memento, vale a dire l'unica documentazione rimasta di un avvenimento estemporaneo; come plot, un pretesto per una narrazione; come box, uno scrigno che contiene materiali da usare in modo creativo; come oggetto che può essere anche un vaso o delle serigrafie (vedi Cage); infine il libro come libro. Come la serie delle ricette di Yoko Ono. L'ultima stanza contiene il video delle opere realizzato dai borsisti. Esposte a palazzetto Tito, nella mostra curata da Angela Vettese e Stefano Coletto (fino al 26 aprile).
Lidia Panzeri

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