Quel senso di impotenza di fronte alle code

Sabato 1 Agosto 2015
Moltissimi visitatori e non pochi residenti hanno potuto leggere nei giorni scorsi alcuni cartelli luminosi con la notizia, e questo già prima del Ponte della Libertà, che tutti i parcheggi, sia a Piazzale Roma che al Tronchetto, erano inaccessibili perché al completo. Avvisi che abbiamo letto più volte in passato e che sempre più spesso leggeremo in futuro, contribuendo così a immettere un nuovo, particolare senso di impotenza a coloro che si trovano costretti a lasciare il proprio mezzo di trasporto al Tronchetto o a Piazzale Roma.
Certo, impotenza, perchè non sei più libero di muoverti a tuo piacimento, per necessità o per desiderio di andartene fuori Venezia. Lunghe file di automobili e di bus turistici in attesa sul Ponte della Libertà che ti costringono a non poter usufruire del diritto di accedere liberamente al tuo ben pagato posto macchina. Ancora peggio per chi risiede al Lido, immagino. In realtà, dietro o al di sotto del caso dei parcheggi al completo, il fattore che appare in tutta la sua evidenza è la sempre più insopportabile impossibilità del vivere normalmente a Venezia. E questo vale per i turisti (se c'è ancora qualcuno che li chiama così) e per i residenti.
Il nuovo sindaco di Venezia non sottovaluti nemmeno per un istante il timore della sua collega di Barcellona: «non dobbiamo fare la fine di Venezia». Ma le chiacchiere stanno a zero, quindi meglio qualche numero se si vuole capire la dimensione autentica di una vecchia città invivibile.
C'era una volta il Coses, prezioso istituto di ricerche e di studi sulle diverse realtà veneziane. Purtroppo quel serio "strumento" di conoscenza e di previsione di quanto accadeva o sarebbe accaduto a Venezia non c'è più. Ma le carte restano e per chi avesse desiderio di capire anche le attuali,pesantissime difficoltà, farebbe bene a cercarsele, dato che in quei rapporti veniva fotografato l'esistente con anche le sostenibili soluzioni, le praticabili vie di fuga dalla Lampedusa turistica che invece ci è precipitata addosso. Dunque, in un rapporto del Coses del 2009 si possono leggere i dati sul turismo relativi all'anno 2007. Dal momento che "i furbetti" sui numeri delle presenze turistiche a Venezia sono sempre attivi, è bene riportare i dati forniti dal Coses: 8 anni orsono i "visitatori" ammontavano a 21 milioni e 604mila. Chi vive e lavora nella città antica sa benissimo che dal 2007 ad oggi i "visitatori" sono terribilmente aumentati. Restando a quella datata ma illuminante ricerca, si viene a sapere che con i parcheggi al completo vengono esauriti 11mila posti auto. Il che significa l'arrivo a Venezia di un numero di persone comprese tra le 22mila e le 30mila unità. Ogni giorno e solo mediante auto. Ma al Tronchetto vi accedono anche gli enormi bus turistici, in numero di almeno 336 tra le sette del mattino e le 14. Per farla breve, nello studio 2007 del Coses si legge che quotidianamente accedono alla città antica circa 81mila persone attraverso il "solo" trasporto pubblico (via acqua, bus, treni): 81 mila persone cui dobbiamo aggiungere quelle che completano i parcheggi e che si ammassano nei bus turistici. E pensare che il Coses allora, per esempio, non rilevò le persone che si affollano sui cosiddetti lancioni turistici, signori incontrastati delle terre e delle acque torbide del Tronchetto.
Ecco perché non è affatto sbagliato parlare di non meno di 34/35 milioni di visitatori all'anno. Ed ecco perché c'è da sperare che il sindaco Brugnaro tenga fede al suo rifiuto di realizzare quella siringa di "droga turistica" che sarebbe il tram a San Basilio. Se turismo sostenibile ha da essere, si facciano grandi e civili e trasparenti parcheggi nelle terraferma metropolitana, unico ma non solo effettivo ausilio al regolamentato accesso alla città antica. Comunque vada, è bene ricordarsi del desiderio di uno dei più grandi storici del XX secolo, Fernand Braudel, che già nel 1984 avvertiva il rimpianto del settembre a Venezia in cui «ci si sentiva soli quasi in modo regale».
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