Plateatici a Rialto Multe congelate

Martedì 30 Dicembre 2014
«Giù le mani dai plateatici». Non sono stati ricevuti a Cà Farsetti ma non se ne sono andati a mani vuote i commercianti di Ruga degli Oresi che ieri mattina hanno lasciato i loro banchetti per chiedere udienza al Commissario Zappalorto. Motivo della mobilitazione: protestare contro il provvedimento della Soprintendenza che i negozianti si son visti arrivare via Pec (posta certificata) il 23 dicembre e prevede che l'amministrazione comunale non rinnovi più, dal 31 dicembre, le concessioni per pedane mobili e plateatici nella via rialtina. L'esigenza è quella di tutelare il decoro dell'area storica che si trova ai piedi di Palazzo dei Dieci Savi e la data ultima per «sbaraccare» è fissata al 31 gennaio.
Il dirigente della sezione Commercio, Alessandro Martinini, si è collegato telefonicamente dagli uffici di Mestre alla protesta e ha fissato un incontro per il prossimo 9 gennaio alla presenza del sub-commissario Sergio Pomponio (delega al Commercio). Nel frattempo, ha assicurato Martinini, nessun commerciante incapperà in «multe» per i plateatici anche se le concessioni, di fatto, scadono domani. Qualcuno non ha ancora ricevuto la Pec dal Comune e ha saputo dell'ordinanza dai colleghi, come Francesco Somma (banco souvenir), Stefano Cabbiato (banco alimentari) e Saraya Addario (altro souvenir). «Risultiamo negozio di prima necessità - spiega Cabbiato - però in circa 5 metri quadrati i frigoriferi, le vetrine dei formaggi e i dipendenti non ci stanno. Già oggi quando chiudo bottega, tra la serranda e la strumentazione ci sono solo un paio di centimetri di distanza». Anche l'altro alimentari ha lo stesso problema. «Avevamo un banco di frutta a San Giacometto - spiega Enrico Marchi - ma ci hanno mandato via per lo stesso motivo. Mi sono indebitato per riaprire come alimentari in Ruga degli Oresi e ora rischio di chiudere di nuovo. Con me lavorano mia moglie e i miei figli sposati, quindi perdono il lavoro tre famiglie». Poi c'è chi nemmeno riuscirebbe a rimuovere il plateatico in un mese, come Matteo e Dario Belardinelli, titolari del botteghino sotto la chiesa di San Giacometto che come «estensione» hanno una casetta di legno. «Occorre un intervento edilizio e tre mesi di tempo per buttarla giù ma sarebbe la nostra rovina - afferma Matteo - non siamo strutturalmente preparati a rimanere senza plateatici». Sulla questione si schiera Ernesto Pancin, segretario dell'Associazione esercenti pubblici esercizi di Venezia. «Le imprese di questa città vanno difese, i plateatici sono parte integranti di esse e rappresentano il sostentamento di molte famiglie, si può discutere sui materiali e arredi ma non si possono tagliare così». Una scelta «sciagurata» secondo Sebastiano Bonzio, di Rifondazione. «Chiedo al Commissario Zappalorto di sospendere la procedura avviata limitandosi ad assumere gli atti concernenti la sfera dell'ordinaria amministrazione».
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