Pellicani: «Meno social e più governo della città»

Sabato 29 Agosto 2015
«Che dire dell'estate tutta Twitter di Luigi Brugnaro? Più attenzione per i problemi della città e meno per i social. E poi il sindaco non pretenda di occuparsi di tutto. Perché a furia di accentrare su di sè ogni cosa, o bloccherà la macchina comunale, oppure impazzirà per il superlavoro, con il risultato di disperdere le energie e non risolvere nulla».
È un Nicola Pellicani alquanto battagliero, quello che commenta le polemiche estive che hanno visto protagonista il primo cittadino con annessa ricaduta internazionale. Manifestando una forte preoccupazione per il futuro, «perché se Brugnaro pensa di andare avanti così per i prossimi cinque anni, a farne le spese non sarà unicamente lui in salute, ma in immagine e non solo l'intera città».
«Il sindaco vuole comunicare via Twitter? Faccia pure: ognuno è libero di usare gli strumenti che ritiene più idonei a tal fine - continua il capogruppo della Lista Casson in Consiglio comunale - A colpirmi, però, è che alla grancassa mediatica che accompagna ogni sua dichiarazione, non coincida ancora una produzione di delibere adeguata a una città come Venezia. Sul loro numero e peso specifico a ogni seduta di giunta rispetto a quanto licenziato dalle amministrazioni precedenti, mi riservo di fare una verifica domani (oggi, ndr) e d'intervenire nei prossimi giorni in modo approfondito e puntuale. Ma indipendentemente da ciò, a Cà Farsetti è tutto fermo, e da quanto mi risulta anche gli assessori stentano a relazionarsi con i dirigenti. In altre parole, in Comune si sta pagando la tendenza del sindaco a non delegare, con il conseguente ingessamento dell'ente». Secondo Pellicani, «se Brugnaro non cambierà rapidamente registro e non la smetterà di pensare al Comune come a una sua azienda, a risultare penalizzati da questo andazzo saranno soprattutto i suoi amministrati. Che, già ora, si trovano al centro di polemiche discutibili proprio per sua responsabilità».
A titolo di esempio, il capogruppo della Lista Casson menziona «non solo il Twitter di Brugnaro sugli »intellettuali da strapazzo" e la mancanza di rispetto da lui manifestata verso il sottosegretario Borletti Buitoni, ma la vicenda della mostra di fotografie sulle grandi navi di Berengo Gardin a Palazzo Ducale. Premesso che la questione non è di sua stretta competenza, cosa vorrebbe fare il sindaco? Affiancare alle immagini dell'artista un progetto idraulico? La richiesta mi sembra cervellotica e inopportuna».
«Per non parlare della crociata contro il Gay Pride, che ha portato Venezia sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo - conclude Pellicani - D'altro canto, che male ci sarebbe a ospitare qui un evento del genere? A mio avviso costituirebbe un'ulteriore occasione per aprire un confronto su un tema di scottante attualità come la tutela dei diritti civili. Inoltre, ricordo a Brugnaro che un sindaco deve essere il sindaco di tutti».
Vettor Maria Corsetti

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