Ora Cavallino vuole anche i quadri

Martedì 13 Ottobre 2015
«Prima di vendere quei quadri il sindaco Brugnaro ci deve interpellare: quelle opere sono anche nostre».
Ipotesi di vendita delle opere d'arte conservate nei Musei Civici, comprese i Klimt e gli Chagall? Cavallino-Treporti rivendica la propria parte. Per la precisione il 6,82%, ovvero la famosa percentuale di patrimonio veneziano spettante al litorale nord, fissata nel 2001 dall'allora Provincia con una delibera di giunta e confermata anche dalle recenti sentenze del Consiglio di Stato. Insomma, se davvero Venezia vuole vendere i propri capolavori per ripianare il bilancio comunale oltre che ottenere il parere favorevole del Ministro dei Beni culturali, dovrà anche fare i conti con Cavallino-Treporti che sulla vicenda Patrimoniale non è disposto a concedere nemmeno un centesimo di sconto.
Figurarsi a farsi "scappare" l'eventuale asta di quadri dal valore milionario. «Se il sindaco Brugnaro non scherza e vuole davvero vendere queste opere - annuncia Roberta Nesto, prima cittadina di Cavallino-Treporti - anche noi faremo altrettanto pretendendo che ci venga riconosciuta la nostra parte. Del resto questi quadri sono anche nostri: Brugnaro avrebbe fatto bene ad interpellarci prima di annunciare questa intenzione, tanto più che la sua intenzione è solo quella di coprire il buco di bilancio di Ca' Farsetti e non fa alcun accenno a liquidarci la nostra parte di patrimonio, i famosi 40 milioni di euro». Insomma, un motivo in più per gli amministratori del litorale nord per rivendicare la proprietà dei quadri. «Del resto se per le partecipate continuano ad esserci dubbi per la parte patrimoniale la questione è ampiamente chiusa - aggiunge il sindaco Nesto - la percentuale del 6.82% è stata confermata anche dal Consiglio di Stato e la sentenza è passata in giudicato. Quando si parla di patrimonio si intende tutto, anche i quadri di proprietà comunale. Non vediamo alcun motivo, dunque, per il quale Venezia in caso riesca davvero a vendere queste opere, non ci riconosca la nostra parte». Magari prima di vendere quei capolavori tra i due comuni potrebbe esserci un accordo extragiudiziale: «Le nostre porte sono aperte purché ci venga riconosciuto quanto ci spetta - conclude Roberta Nesto - ma per lo stesso motivo abbiamo già avviato la causa civile mettendo in mora Venezia, opponendoci anche alle recenti decisioni del Consiglio di Stato per quanto riguarda la parte legate alle società partecipate. La situazione non è facile, anche per colpa di chi ha amministrato negli ultimi anni e non ha avviato la cause per ottenere la parte patrimoniale».
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