No al canale Contorta Raccolte quasi 18mila firme

Mercoledì 27 Agosto 2014
In poche ore ha superato le 10mila adesioni e ora sta per infrangere quota 18mila contrari allo scavo del canale Contorta. La petizione on line diretta al presidente del Consiglio Matteo Renzi, iniziata a Ferragosto dal Gruppo 25 aprile Venezia, è ormai un caso di successo. Grazie alle traduzioni in varie lingue, agli appoggi internazionali e al tam-tam lanciato via Facebook e Twitter il numero delle firme è in costante ascesa e la maggior parte proviene dall'estero e, in particolare, dai tanti veneziani sparsi per il mondo. Gente che ha vissuto la laguna così come l'ha "ereditata" dai genitori e dai nonni e non intende essere più estromessa dalle scelte di Stato.
Il testo è volutamente molto semplice: Il Contorta "porterebbe il canale dei Petroli nel cuore della città riducendone le difese naturali e sottoponendola alla pressione congiunta delle masse d'acqua provenienti dalle bocche di porto di Lido e Malamocco, le due maggiori della laguna".
Marco Gasparinetti, il coordinatore del gruppo è più che soddisfatto del risultato.
«La decisione del Comitatone dell'8 agosto - spiega - è stata un blitz estivo con cui si sperava di sorprendere una città in vacanza. Ma la città è stufa di essere espropriata delle decisioni che la riguardano e questa volta farà sentire forte la sua voce».
Il Gruppo 25 Aprile ha raccolto attorno a sè un pool di docenti e studiosi che aspettano solo di vedere i documenti che la Commissione Via deve valutare.
«Quei documenti non sono ancora accessibili - aggiunge - ma dovranno esserlo per legge. Vorremmo però capire che cosa è stato discusso in Comitatone: un brogliaccio o un progetto vero? Se qualcuno pensa di fare una partita a poker, noi vogliamo vedere le carte».
Qui non si parla di crocieristica, dalla quale il gruppo rimane fuori, ma di sostenibilità di un'opera del genere.
Intanto, oggi, sarà presentata al Capo dello Stato una lettera aperta sottoscritta da esponenti e associazioni ambientaliste, tra cui tutti i comitati contro le grandi navi, in cui si chiede di bloccare tutto e di rivedere la decisione del Comitatone: «Per allontanare le navi dal Bacino di San Marco, si debbono trovare altre soluzioni che non comportino la distruzione ulteriore della laguna».
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