Morto De Poli, il re della cantieristica

Lunedì 31 Agosto 2015
Si è spento, dopo breve malattia, Davino De Poli, 81 anni, imprenditore pellestrinotto, proprietario, insieme ai fratelli, sino al 2010, del Cantiere Navale omonimo. Davino, di quel cantiere, fu la mente, l'intuizione, la molla decisiva per la crescita, lo sviluppo e l'innovazione.
Il cantiere fu fondato nella prima metà dell'800 dal nonno, Davide De Poli; una famiglia che affonda quindi le sue radici in due secoli circa di storia. I De Poli risultavano iscritti come maestri d'ascia nei catasti napoleonici. Nel 1950, sotto la conduzione del padre e del fratello, il cantiere subì un tracollo finanziario. Davino, che aveva intrapreso gli studi per divenire capitano marittimo, fu costretto a rimboccarsi le maniche. Dai 15 ai 18 anni si imbarcò, e girò il mondo.
Da una vita privilegiata, come amava raccontare, si ritrovò ad affrontare una vita dura, per certi versi anche umiliante, ma che sicuramente lo formò e forgiò nel carattere. Al suo ritorno, con le idee chiare su come affrontare il futuro, riavviò il cantiere. Con i fratelli convenne che l'era dei maestri d'ascia e delle barche in legno era finita, per cui iniziarono a costruire, per un ventennio, dal '55 al '75, piccole imbarcazioni in ferro. Ed arrivò la grande commessa: la realizzazione di un ferry boat per l'Actv, ed iniziò l'ascesa.
Dopo il ferry, fu la volta dei rimorchiatori per la Marina Militare. Era il 1985, il cantiere aveva raggiunto un centinaio di dipendenti, e Davino, il patron, era sempre in prima linea. Dall'85 al 2000, nel periodo di massimo splendore, iniziarono la realizzazione di chimichiere e gasiere. I dipendenti erano sempre gli stessi, ma molti lavori erano affidati a ditte esterne, e nell'indotto lavoravano all'incirca altre 500 persone.
Poi il declino: Pellestrina diventò decisamente troppo piccola, difficile da raggiungere e complicata per effettuare talune lavorazioni. Il cantiere è stato sotto controllo; ci sono stati due incidenti mortali, e lo Spisal ha bloccato le lavorazioni per molto tempo. E poi ci sono stati i processi derivati da denunce per alcune lavorazioni, inchieste, controlli della Finanza. Fino al dicembre 2008 quando venne annunciata la chiusura del cantiere.
I dipendenti in cassa integrazione, e poi in mobilità, fintanto che furono assunti da Actv, che nel 2010 acquistò il cantiere. La storia dei De Poli comunque non si è fermata. la figlia maggiore di Davino, Chiara, fin dal 2006 si è trasferita in Belgio, e conduce tre società, oggi attivissime: l'Arcoin, i De Poli Tankers e la Maritime Performance. «Con Davino De Poli - ricorda Giorgio Paternò, presidente della Fondazione Bucintoro - è scomparso un sognatore, un uomo che, senza esitazione, si tuffò a capofitto nell'avventura della costruzione del Bucintoro del Terzo Millennio, gettando in quell'impresa tutta la forza e la tenacia che lo hanno sempre contraddistinto».
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