Moraglia ai parroci: «Fate di più»

Venerdì 4 Settembre 2015
Le immagini dell'emergenza profughi sono oramai negli occhi di tutti. Gli accampati alla stazione di Budapest o in quella di Vienna. La situazione esplosiva nei Balcani oppure nel Bacino del Mediterraneo. E ancora una volta scende in campo il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia che lancia un nuovo, accorato appello, stavolta chiamando all'azione i parroci della Diocesi. «Non possiamo davvero chiudere il cuore. Non è possibile ignorare e tralasciare la vastità e la portata della tragedia umana che si riversa quotidianamente sull'Italia e sull'intera Europa: l'accoglienza è un imperativo. Le notizie drammatiche ci consegnano la disperazione di tante persone e tanti popoli. E ci fanno capire che tali vicende non sono l'emergenza di un "momento", ma una tendenza destinata ad accompagnarci per anni».
Una situazione che rende ancor più importante l'azione soprattutto delle istituzioni di ogni ordine e grado. «Torno ad auspicare un intervento della politica "alta", equilibrata e saggia, che non dovrebbe mai mancare ad ogni livello (locale, nazionale e internazionale) e in ogni frangente, capace di guardare oltre l'interesse contingente del momento e il risultato elettorale. In particolare, urge un nuovo strumento legislativo in grado di rispondere alle dimensioni epocali assunte dal fenomeno migratorio».
Nel suo intervento, Moraglia ricorda l'azione e l'impegno profuso dalla Diocesi di Venezia nel corso del tempo. «Desidero rivolgermi - continua il Patriarca - ai nostri parroci e alle nostre comunità sollecitando uno speciale, concreto e intelligente "scatto" di sensibilità e generosità, facendo riferimento alle strutture caritative e di volontariato nostre o di altri. In vista di un'accoglienza che sia anche integrazione non è da sottovalutare la vicinanza e il sostegno che possiamo concretamente dare a profughi e migranti accompagnandoli nelle procedure necessarie per richiedere visite e documenti, offrendo corsi di lingua italiana e anche con l'opportunità di svolgere piccoli servizi a favore della comunità locale, occupando in modo socialmente utile il non poco tempo disponibile. Favorire sempre più tali gesti semplici di accoglienza e di autentica prossimità è modo semplice ed efficace per scacciare paure, talvolta forzosamente indotte, per allontanare sentimenti di ostilità, per prevenire e sconfiggere conflitti e tensioni».
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