Mof, rischio salasso per il Comune

Venerdì 16 Maggio 2014
I ritardi e i tentennamenti sul trasferimento del mercato ortofrutticolo di via Torino rischiano di costare molto cari all'amministrazione comunale. Proprio in un momento in cui non si sa ancora se gli operatori andranno a Fusina oppure in via delle Macchine, la giunta si trova a dover negoziare con la proprietà dell'area, la Mantovani, un ulteriore slittamento del termine, con il pagamento di una penale di 5mila euro al giorno se si andrà oltre il 31 dicembre e non si sceglierà l'area di Fusina. Se invece il Comune sceglierà di realizzare il nuovo Mof sul terminal di Fusina, la penale scatterebbe solo dal 31 marzo 2015.
La delibera che prevede queste condizioni è stata portata in giunta una settimana fa e in questi giorni, forse anche oggi, l'accordo con Venice Campus (del gruppo Mantovani) dovrebbe essere perfezionato. Il consigliere comunale della civica "Impegno", Renato Boraso, dopo aver "intercettato" il documento spara le sue bordate all'indirizzo dell'amministrazione, minacciando di fare fuoco e fiamme e di portare tutto ancora una volta alla Procura della corte dei conti.
«Qualcuno deve spiegarmi perché a fronte di una mozione firmata da tutti che chiede di rescindere ogni rapporto con l'impresa Mantovani - dice Boraso - il Comune di Venezia non solo non si muova, ma prepara anche un accordo per versare alla società 5mila euro al giorno, 150mila al mese a titolo di penale in caso di ritardi che sicuramente ci saranno. Non sappiamo ancora dove si costruirà il nuovo mercato ed è quindi chiaro che alla fine di quest'anno il trasferimento non sarà completato».
La società, comunque, ha le sue ragioni nel senso che, pur avendo versato il saldo della compravendita del terreno a fine 2012, il terreno rimane ancora indisponibile. Come si ricorderà, c'era stata una prima opzione in via porto di Cavergnago, poi scartata per la lontananza dall'acqua, essenziale per poter caricare le barche dirette a Venezia. Si è poi pensato di realizzarlo a Fusina, in un terreno demaniale che il Comune avrebbe in concessione quarantennale. Anche questo, però, si trova non vicinissimo all'acqua e lontano dalla città. C'è infine l'ipotesi di via delle Macchine, con un terreno di proprietà del fondo Lucrezio (tra i cui azionisti figura anche l'imprenditore Andrea Mevorach), che oltre alla vicinanza all'acqua avrebbe la possibilità di ospitare la piscina che Marghera sogna dal 1973 e il pregio di togliere le prostitute da quella strada. Sulle due opzioni sarà chiamato a decidere il Consiglio.
«In che modo sono stati valutati i 5mila euro di penale? - continua Boraso - e perché non mille o diecimila? Mi piacerebbe conoscere la valutazione che è stata fatta. E di chi è la colpa se dal 2011 ad oggi non si è fatto un solo passo avanti nel trasferimento del Mercato? Qui - conclude - sento aria di presa in giro e mi sa che il Consiglio comunale di lunedì sarà affollato da operatori molto, ma molto incazzati».
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