CHIOGGIA - «Una bici pieghevole è comunque una bici, scendete dal vaporetto». Disavventura figlia, probabilmente, di una lacuna del regolamento, quella capitata ad una coppia di fidanzati di Monselice. Qualche domenica fa sono venuti a Chioggia e, raggiunto piazzale Vigo, hanno piegato le loro bici e sono saliti sul vaporetto per raggiungere l'isola di Pellestrina. Quanto successo dopo lo racconta direttamente Stefano Giraldo: «All'andata non c'è stato alcun problema - spiega - io e la mia ragazza ci siamo tenuti le nostre bici davanti a noi, piegate. Occupano lo spazio di un passeggino, anche un po' meno. Finita la gita, al ritorno, stavamo per salire sul vaporetto che da Pellestrina ci avrebbe riportato a Chioggia e qui la spiacevole sorpresa: non ci hanno fatto salire perché si era già raggiunto il numero massimo di bici per quel viaggio». Giraldo prova a chiarirsi con il personale Actv: un marinaio e il comandante. «Diciamo che non sono stati proprio gentilissimi, questo va detto - spiega - io gli ho solo fatto notare che la mia bici è pieghevole e quindi non occupa tutto lo spazio di una bici normale, tant'è vero che, all'andata, nessuno mi ha detto nulla e io l'ho tenuta davanti a me come se fosse un bagaglio». E qui la risposta che dimostra, probabilmente, una lacuna nell'attuale regolamento: «Mi hanno detto che se avessi avuto la bici dentro la sacca allora sarei salito tranquillamente, perché non era più una bici, ma un semplice bagaglio a mano. Mi chiedo come possa essere possibile una cosa del genere. Capisco che questi mezzi un tempo non erano molto diffusi, ma adesso sono comuni in tutta Europa ed utilizzati da tantissimi turisti». La coppia, di Monselice ma residente a Rovigo, ha dovuto scendere dal vaporetto e perdere anche quello successivo perché gli spazi per le bici erano già tutti prenotati. «Al di là di tutto - conclude Giraldo - probabilmente sarebbe il caso di regolamentare anche cosa succede quando arriva un turista con una bici pieghevole».
Marco Biolcati
© riproduzione riservata
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