L'altolà dei sindaci: «No a scelte che passano sopra le nostra teste»

Giovedì 24 Luglio 2014
Diciamo che non l'ha presa bene. Maurizio Enzo, presidente della Municipalità Chirignago-Gazzera, pesta i piedi. Non tanto sui contenuti (e anche qui c'è da discutere), quanto piuttosto sui metodi. Al centro della "stizza" ci sarebbe, o meglio c'è, la dichiarazione di Luca Zaia sull'arrivo in Veneto di altri 200 profughi che dovrebbero "alloggiare" in quattro strutture. Quali? Tre caserme dismesse a Ceggia, Meolo e Codognè e l'ex scuola elementare di Trivignano che sorge nell'area tra le vie Castellana e Ca' Lin e che verrà trasformata in una vera e propria tendopoli. Attenzione, non è che Enzo ce l'abbia con Zaia. Il presidente della Municipalità se la prende piuttosto con il Comune di Venezia che sull'argomento finora non ha aperto bocca.
«È quantomeno fastidioso - dice Enzo - apprendere novità del genere dalla stampa quando invece mi sarei aspettato almeno una telefonata o una email da parte del Comune. Capisco che Venezia in questo momento, a livello amministrativo, sta vivendo un momento difficile ma trovo comunque grave non essere stato informato su una questione così delicata e importante. Anche perchè poi la gestione materiale della cosa non toccherà al commissario o chi per esso ma bensì a noi, alla nostra comunità con tutti gli annessi e connessi. Quindi dire che sono preoccupato è poco perchè dietro a un'operazione del genere deve esserci prima di tutto grande chiarezza a tutti i livelli, dall'inserimento ai successivi percorsi. E se cominciamo così....». Un fulmine a ciel sereno dunque... «Oddio, sereno sereno no visto che il timore un po' c'era nel momento in cui il fabbricato tra via Castellana e Ca' Lin ha smesso il suo ruolo. Insomma potevo pure immaginare e temere che l'ex scuola elementare venisse presa in esame per un'operazione del genere. E questo ci sta. Ma almeno, dico, avvertiteci».
Stesso leit motiv a Ceggia e Meolo, dove nessuno sapeva nulla. Cade dalle nuvole il sindaco di Ceggia Mirko Marin che manifesta subito incredulità. «Dopo 20 anni di completo abbandono - commenta Il primo cittadino - la vedo dura anche se si trattasse di allestire un accampamento di tende. Da quando il Demanio ha abbandonato l'area questa è diventata preda del più assoluto degrado. Sia gli edifici della base dei missili vera e propria che la base logistica sono state depredate di tutto: sono praticamente rimasti solo i muri perimetrali, non ci sono più balconi, impianti, termosifoni. Anche ipotizzare un accampamento di tende diventa improbabile: l'erba è altissima, viabilità e strade di accesso sono sparite. Servono in ogni caso interventi importanti, dubito che ci siano così tante risorse a disposizione, forse è più economico portare tutti in albergo».
Ed anche da Meolo arrivano notizie poco confortanti sulla possibilità di adattare l'ex caserma, anch'essa dismessa da molti anni e in stato di completo abbandono e degrado. «L'ex base missilistica di Marteggia non è sicura e non può ospitare i profughi - dice la sindaca Loretta Aliprandi, ha appreso ieri sera dai giornali la notizia del possibile arrivo dei profughi a Meolo. «La notizia? Cadiamo dalle nuvole, in Comune non è arrivata alcuna comunicazione». L'ipotesi è che sarà allestita una tendopoli nell'area dell'ex base militare di Marteggia, dismessa dal ministero della Difesa nel 2007 e di proprietà del Demanio. «Questa decisione mi stupisce - continua la sindaca - si tratta di un'area che, oltre ad essere in completo stato di abbandono, è ad alto rischio idraulico e spesso va sott'acqua. Non ci sono le condizioni per realizzare una tendopoli perché non c'è luce né acqua». Per Aliprandi, che oggi chiederà chiarimenti al prefetto, ci sarebbero inoltre forti rischi per la salute: «Non c'è la possibilità di trasformarla in area ricettiva perché è un'ex base missilistica e non sappiamo cosa c'è lì sotto».
(Hanno collaborato

Maurizio Marcon

e Melody Fusaro)

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