Ipotesi estorsione dietro il suicidio

Venerdì 25 Aprile 2014
Cosa spaventava così tanto il 71enne Giuliano Battiston (nella foto piccola) da decidere di togliersi la vita impiccandosi con una corda ad una trave di una vecchia baracca in legno posta davanti casa? L'anziano si è suicidato esattamente otto giorni dopo avere subito una rapina in casa ad opera di due banditi che parlavano italiano, forse dialetto veneto. Persone talmente sicure di loro stesse da presentarsi nell'abitazione dell'anziano a viso scoperto. E che cosa avrebbe dovuto succedere «otto giorni dopo»? Tutte domande che si stanno ponendo i parenti di Giuliano Battiston, ma anche i carabinieri della stazione di Campagna Lupia e della Compagnia di Chioggia che stanno conducendo le indagini.
La chiave di tutta la vicenda sta forse scritta nella lettera che Battiston ha lasciato sopra il tavolo della cucina prima di mettere in atto il gesto suicida. Uno scritto sequestrato dai carabinieri, ma che prima è stato letto anche dai parenti. Tra le frasi riportate nella lettera scritta con una calligrafia quasi indecifrabile c'è un passaggio alquanto enigmatico: «Pensavo che fossero amici». Battiston non fa però nomi.
La chiave di lettura del suo ultimo scritto può essere doppia. Secondo una versione fornita dai parenti non si è trattato di una rapina vera e propria, ma sarebbe stato lo stesso Battiston ad aprire la porta a persone che già conosceva e che poi si sono trasformate in rapinatori. Si spiegherebbe così il motivo per cui, come ha sempre affermato l'anziano, i due erano a viso scoperto.
La seconda ipotesi avanzata sempre dai parenti è che Battiston fosse da diverso tempo preso di mira dai due, minacciato e costretto a pagare di continuo del denaro. La minaccia, a quanto pare, sarebbe stata quella di fare del male ai propri nipoti. Questo sta anche a significare che i rapinatori conoscevano i parenti di Battiston, altrimenti non si sarebbe preoccupato così tanto.
L'anziano amava i quattro nipoti, due maschi e due femmine figli di due sue sorelle, più di ogni altra cosa al mondo. Battiston ha sempre coltivato un podere di proprietà formato da circa otto campi padovani. La sua vita è sempre stata parsimoniosa e si sa che aveva messo da parte un bel gruzzoletto destinato proprio ai nipoti. Qualcosa nascondeva anche in casa ed ecco perché quel lunedì 14 aprile i rapinatori avevano frugato in tutte le stanze della casa in cerca di denaro e oggetti preziosi. I delinquenti erano sicuramente a conoscenza di tale confidenza, ma il nascondiglio dove il pensionato aveva nascosto il tesoretto era praticamente introvabile e solo poche persone fidate erano a conoscenza di dove si trovasse.
I carabinieri stanno proseguendo le indagini, interrogando un pò alla volta tutte le persone che frequentavano la casa.
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