Impiegati, tassisti, operai Corrieri della cocaina per arrotondare lo stipendio

Sabato 20 Dicembre 2014
Lo spaccio di cocaina era ramificato e coinvolgeva chi, magari con un lavoro, cercava di arrotondare. Ieri all'alba i carabinieri hanno portato alla luce un vasto sodalizio criminale accusato di traffico internazionale di droga. Si tratta dell'operazione "Barena" avviata nel 2013 che ha portato a sedici ordinanze di custodia cautelare (sette in carcere e otto ai domiciliari) di un gruppo in grado di spacciare fino a 50mila euro di droga al mese composto da operai, impiegati, commercianti e trasportatori. Le persone coinvolte sono 23, sono stati sequestrati quasi 11 chili di cocaina e l'attività investigativa dei carabinieri (pm Ignazitto e Franceschetti) ha portato anche al sequestro di barche e appartamenti per un valore di circa un milione di euro. Al centro di questo gruppo, secondo i carabinieri di San Zaccaria, c'era Massimo Dabalà, 54 anni di Campalto con un passato di contatti con la mala del Brenta. Dabalà ha gestito per anni la trattoria delle Vignole più vicina all'imbarcadero Actv e pareva che avesse messo la testa a posto, ma poi la polizia aveva scoperto che la trattoria era una copertura e in realtà continuava con il mestiere di sempre.
Mariano Bonato, operaio di 56 anni di Giavera del Montello agiva con lui. In carcere è poi andati anche Davide Luppino, 36 anni trasportatore difeso dall'avvocato Franco, notato dagli inquirenti durante gli scambi di droga in piazzale Roma. Sempre in cella ci sono Leonardo Notarinicola, barese di 38 anni, il marocchino Mounir Halouani, 31 anni, Yousse Cheami, marocchino di 28 anni e Jurghen Micheli, 39 anni di Burano. Tra le persone finite agli arresti domiciliari ci sono Chiara Vaccher, 44 anni di Campalto ma con un passato nel commercio a Castello, Ferruccio Nardo, 45 anni di Chioggia, Maria Bonato, 24 anni figlia di Mariano di Giavera e Claudio Capuzzo, 42 anni di Adria. Non sono mancate le sorprese visto che nel gruppo figurano anche Stefano Maria Polesello, 44 anni dell'Agenzia delle entrate e il tassista Santo Ciccarelli 39 anni di Castello. Chiudono il gruppo Susanna Nordera, 42 anni di Cavallino, e Mario Nube, 52 anni anche lui con un passato nel commercio a Castello. All'appello manca il sudanese Hamese El Quali, 37 anni (difeso dall'avvocato Jacopo Trevisan) che ieri quando i carabinieri sono andati nella sua abitazione era già fuggito.
Ma non è tutto. I beni mobili e immobili sequestrati erano poi finiti in una società che Dabalà aveva aperto con il commercialista veneziano Renzo Menegazzi che per questa vicenda risulta indagato per intestazione fittizia di beni. Tra gli indagati, a vario titolo, anche Michele Scarpa, 44 anni di Pellestrina, Silvia Galessso, 40 anni di Cavallino, Gabriele Marchi, 40 anni di Campalto e Stefano Padovan, 47 anni, di Mestre.
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