Il patriarca: «Venezia decapitata»

Martedì 23 Dicembre 2014
Il patriarca: «Venezia decapitata»
É stato un anno difficile per la città. Monsignor Francesco Moraglia ne è consapevole. Negli occhi, il Patriarca di Venezia ha ancora le immagini della grave crisi che ha accompagnato la Fondazione Marcianum, ma anche il drastico ridimensionamento che ne è seguito con il taglio del personale, in parte ricollocato in altre sedi. E ancora la "ferita aperta" del rinnovo della Procuratoria di San Marco, dove ancor oggi siede come Primo procuratore l'ex sindaco Giorgio Orsoni, lì dove un tempo c'era anche Giovanni Mazzacurati, già patron del Consorzio Venezia Nuova. E non usa mezzi termini il presule marciano. «Venezia può avere tutte le difficoltà che può avere l'Italia. Ma in più è una città decapitata, e per di più viviamo in un momento di grande transizione non solo in Comune, ma anche nell'Amministrazione provinciale».
E pur con questa accorata immagine, il pensiero di Moraglia che ieri nel Palazzo Patriarcale, ha ricevuto i giornalisti delle testate locali per il tradizionale scambio di auguri natalizi, va alla realtà di tutti i giorni; ai sacrifici dei lavoratori e alla difficoltà quotidiane degli imprenditori. «Auspico e mi auguro che la campagna elettorale preveda progetti reali - ha avvertito Moraglia - per il territorio, senza lacerare ulteriormente un tessuto sociale che non ne ha assoluto bisogno. Non posso che fare appello a tutte le forze sociali, affinchè si mettano in pratica nuove soluzioni; si dia spazio alla solidarietà tra le parti, anche con sacrificio reciproco, in modo che si possa dare un segnale alle necessità della gente. Ma sulla città, nel suo insieme, soprattutto sul versante finanziario, non vedo grandi prospettive. L'ottimismo è importante, ma non può essere solo una "politica dell'annuncio", ma occorre dare certezze alle persone che lavorano siano essere nel pubblico impiego vedi Comune e Provincia, siano nel settore privato». Ed è stata con questa riflessione che il Patriarca ha rivelato le sofferenze per la crisi sociale (e non solo politica) che attanaglia Venezia e il suo territorio. «Non possiamo condannare la nostra terra - ha concluso Moraglia - ad essere solo uno "scrigno turistico" perchè anche se ci rendiamo conto dei benifici che il turismo porta alla città, occorre trovare anche delle proposte alternative che diano un senso al mondo del lavoro in centro storico, a Mestre e a Marghera, secondo un percorso reale ed efficace e non con una "politica dell'annuncio" che rischia di logorare ancora di più la nostra società. Occorre una rotta ben individuata per dare un futuro alla nostra gente e al nostro territorio».
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