Est Capital, il Comune si riprende i gioielli

Mercoledì 22 Ottobre 2014
Il Comune ha bisogno di smobilizzare alcuni edifici e in tempi piuttosto rapidi per rispettare il patto di stabilità 2014 (il saldo positivo da conseguire è di 27 milioni) ed evitare le sanzioni come è accaduto l'anno scorso. Così il commissario Vittorio Zappalorto ha puntato gli occhi sul fondo immobiliare "Città di Venezia", che contiene 18 cespiti per un valore di circa 80 milioni che, anche a causa della crisi economica, non sono ancora stati valorizzati, se non in minima parte (l'ex Pretura a San Cassiano e l'ex Casa del Boia sono state vendute). L'idea è questa: con un'operazione simile a quella dell'ex Ospedale al Mare, Ca' Farsetti intende vendere alla Cassa Depositi e Prestiti tre immobili appetibili anche nelle attuali condizioni di mercato. L'accordo è possibile e ci sono già stati i contatti. Ciò che manca è l'effettiva disponibilità dei beni, che sono stati conferiti al Fondo immobiliare e potrebbero essere gravati da ipoteche iscritte dalle banche.
L'operazione non si presenta affatta semplice, poiché fu complessa anche la stessa costituzione del Fondo e sarà necessario lavorare "di cesello" per far quadrare tutte le poste. Alla fine, però, il Comune potrebbe incassare entro l'anno una trentina di milioni. Gli immobili individuati a questo scopo sono questi: palazo Diedo (ex scuola ed ex sede della Pretura) a Cannaregio, palazzo Gradenigo (ex sede di Venis) a Castello e l'ex sede della Carive di Mestre.
Il problema fondamentale è che il fondo non può cedere questi immobili alla Cassa Depositi e prestiti, poiché quest'ultima può acquistare soltanto da enti locali. Si pone dunque l'esigenza di far "rientrare" in Comune questi beni. Le modalità sono al momento allo studio dei tecnici. Per prima cosa occorre trovare un accordo con il gestore del fondo, Est Capital, per sciogliere tutti i vincoli di appartenenza e anche quelli di natura bancaria.
Nel 2009, infatti, il Comune aveva conferito sette immobili al Fondo, ricevendo in cambio quote di partecipazione. Ipotecando questi immobili, il Fondo ha successivamente acquisito attraverso il debito contratto gli altri 11 in proprietà.
È in virtù di questi accordi che occorre lavorare, poiché gli immobili oggetto della vendita sono ancora di proprietà del Comune ma nella disponibilità del fondo e gravati da ipoteca. Eliminare questi vincoli è possibile, ma occorre avviare una trattativa con gli istituti bancari perché è chiaro che il Comune non deve riacquistare la proprietà di questi palazzi, ma la piena disponibilità di essi. Solo in quel momento potrà vendere.
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