Costa: «Mesi decisivi, muoviamoci»

Venerdì 28 Novembre 2014
Costa: «Mesi decisivi, muoviamoci»
Una chiamata a raccolta delle categorie economiche, nell'ora "solenne" delle decisioni che disegneranno la Venezia dei prossimi 50 anni, in un momento di vuoto o "distrazione" istituzionale tra Regione, Comune e Provincia. È questo il senso della lettera che Paolo Costa, presidente dell'Autorità Portuale, ha inviato all'universo mondo economico cittadino: industriali, Camera di commercio, artigiani, esercenti, sindacati, agricoltori, cooperative, commercianti...
Un richiamo alle "armi" (diplomatiche, si intende) per prendere in mano le redini della pianificazione dei prossimi decenni e sostenere i piani del Porto, ma in un disegno complessivo e più ampio.
«I prossimi sei mesi - dice Costa, elencando le sfide "indifferibili" del Porto (riassunte nell'articolo a fianco) - sono fondamentali. Ci sono decisioni, non rinviabili a dopo le elezioni amministrative, che segneranno per decenni il destino del Porto, ma anche della città. E sono sei mesi nei quali la rappresentatività politica e istituzionale di Venezia avrà difficoltà a fari sentire, con il Comune affidato a un commissario prefettizio, la Provincia tacitata in attesa di potersi esprimere come Città metropolitana e la Regione entrata in una fase elettorale».
«Una circostanza eccezionale - scrive il presidente del Porto - che esige che le forze culturali, sociali e produttive dell'area veneziana e del Veneto facciano sentire la loro voce al Governo e al Parlamento».
Detta brutalmente: Venezia non ha forza istituzionale, allora si muova il mondo economico. E non è una scossa da poco. Si attendono risposte.
Spiega Costa: «C'è da ripensare Venezia, il suo ruolo. Perché siamo alla fine di un ciclo. Prendiamo Marghera: il modello sociale e produttivo del secondo dopoguerra, basato su materie prime accessibili, forza lavoro a basso costo e affaccio sul mare, non c'è più. È rimasto solo il mare. Materie prime e manodopera sono altrove, ma in questo senso la infrastrutture sono essenziali per restare nel sistema e rilanciarsi. Porto e aeroporto hanno bisogno di pianificazioni "alte", che ne definiscano i ruoli. Per Venezia, lo stesso modello turistico va ripensato. È una fase decisiva, che se non cogliamo rischia di farci precipitare in un "buco" di anni pericolosissimo. Dobbiamo evitare di aggiungere alla crisi generale, una crisi locale dovuta alla non azione».
E aggiunge: «Siamo in una fase in cui tra riforma del mondo del lavoro, tentativi di rilancio dell'economia, piani di bonifica, non avremo più alibi. Le riforme non servono a nulla se poi non c'è chi le metta in pratica».
L'appello, tuttavia, è destinato a non rimanere sulla carta. «Convocherò tutte le categorie - dice Costa - Non per fare da capocordata, ma per creare una sorta di "comitato di salute pubblica" in cui ciascuno faccia la propria parte con gli interlocutori nazionali di riferimento».
E se qualcuno pensa che un simile appello possa celare velleità di un ritorno in politica (leggi candidatura a sindaco), Costa replica secco: «Ho già dato, grazie».
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