Caos in laguna, un far west di accuse

Mercoledì 27 Agosto 2014
L'un contro l'altro armati. Certo, gli episodi violenti restano pur sempre una minoranza, ma la tensione nei canali e in laguna, legata al traffico acque, è aumentata. Lo testimoniano gli episodi di questi due ultimi giorni: domenica un pilota Actv schiaffeggiato da un tassista, lunedì un gondoliere finito in acqua dopo uno scontro con un vaporetto. A sentire loro, i rappresentanti delle tre categorie che quotidianamente lavorano sul filo della tensione, la situazione è sempre più al limite. Ed è uno scambio di accuse reciproche.
IL PILOTA ACTV - «È un “far west” dove niente è cambiato dall'incidente in Canal Grande dello scorso anno». A parlare è un pilota Actv con 30 anni di servizio che a sentir parlare di aggressioni e pericoli nelle acque di Venezia racconta come la situazione in questi anni sia cambiata, ma in peggio.
«Siamo completamente allo sbando – afferma – i presidi dei controlli dei vigili urbani nei canali interni sono assenti e siamo vittime di aggressioni o maleducazione continue, alimentate anche da qualche “testa calda” che dai gruppi Facebook poi si scatena nella realtà. In 35 anni di servizio – ricorda A. M. - ho condotto mezzi ben più difficoltosi rispetto a quelli di oggi, ma la situazione 20 anni fa non era così caotica e non si rischiavano incidenti, le altre categorie ci portavano rispetto mentre oggi siamo attaccati continuamente e le lobby tengono in mano la città. Al punto che - aggiunge - la stessa azienda di trasporto pubblico è diventata un “disturbo”, qualcosa che andrebbe eliminato».
«La politica – continua – è sempre stata latitante ad intervenire sul traffico acqueo, bastano gli scioperi delle categorie a far abbassare le braghe alle amministrazioni che non hanno mai risolto il problema ed oggi ci troviamo in queste condizioni».
Il pilota spiega inoltre come il lavoro dei dipendenti Actv non si limiti al semplice trasporto, ma al servizio sociale nei confronti della comunità. «Qualsiasi cosa succeda nei paraggi – aggiunge – un malessere, un naufragio, siamo sempre chiamati ad intervenire». Il caos, secondo l'addetto Actv, non è solo in Canal Grande e Stazione. «Il canale di Cannaregio negli orari di punta è ormai invivibile a causa del traffico e delle barche da trasporto grandi come moto battelli che fanno il bello e il cattivo tempo».
IL TASSISTA - «Le condizioni più difficili nel nostro lavoro? Dobbiamo dare le precedenze a tutti: vaporetti, gondole, e al passaggio di più mezzi contemporaneamente non è sempre facile individuare le traiettorie migliori da percorrere».
A parlare è un tassista da circa trentanni a Venezia. «Ho più timore che di notte qualche barchino senza luce mi venga addosso che della situazione del traffico acqueo, certamente intensa in zone come la stazione e il Canal Grande». Secondo il tassista, i problemi maggiori per chi conduce i taxi è il passaggio a trenino di più vaporetti che non lasciano spazio o rendono difficoltosa la circolazione delle altre imbarcazioni.
«A Rialto e Santa Lucia – riprende l'uomo – passano una dietro l'altra la linea 1, la linea 2 e le corse bis, questa per noi è una complicanza non da poco». Il tassista non giustifica gli episodi di aggressività nei confronti dei marinai Actv, ma l'unica spiegazione che riesce a dare per simili atteggiamenti è lo stress. «In tutti gli ambienti ci sono le “teste calde” e le mele marce, ma non sono la regola. Personalmente in molti anni di lavoro non ho mai avuto problemi di questo tipo, la mia massima attenzione va a salvaguardare i viaggiatori che trasporto. Fortunatamente – aggiunge - ho ereditato il motoscafo e la licenza da mio padre, ma molti colleghi per intraprendere questo mestiere si indebitano parecchio, tra il costo del motoscafo (che può anche superare i 150mila euro), e quello della licenza. Non è certo una giustificazione agli atteggiamenti aggressivi ma l'indebitamento, forse, è una delle cause maggiori di stress».
IL GONDOLIERE - Il pericolo è costante. Lo racconta Vito Redolfi Tezzat. «Con Actv - esordisce - si tenta di mantenere ogni giorno la convivenza. Ci troviamo molto meglio se i capitani innestano la marcia indietro quando accostano ai pontili ed usano le bitte in avanti, però non tutti lo fanno. Così, quando siamo sulla scia di un mezzo Actv sorge sempre il dubbio: lo farà o non lo farà? Alcuni ancora usano la marcia in avanti per tenere il mezzo accostato e il movimento dell'elica ci toglie acqua da sotto la prua. Il tutto fra il notevole moto ondoso del Bacino. Così tocca stare sempre all'erta, vigili sul tipo d'onda che può arrivare o sull'acqua che può improvvisamente mancare. Temo che prima o poi anche qui in Bacino succederà qualcosa di grave e lo stesso presidente Reato va predicandolo da anni».
«Il problema è che molti di noi stanno zitti - prosegue - perché il vaporetto è un servizio di linea, mentre noi siamo privati, anche se categoria d'immagine e secolare. Alcuni temono che se ci saranno provvedimenti, a rimetterci saremo noi. Tuttavia le nostre difficoltà non si esauriscono con i vaporetti: iniziamo ad imbarcare i clienti alle 9.30 e troviamo i canali intasati dai mototopi da trasporto, in piena attività. A quell'ora, per norma, dovrebbero aver smesso il servizio. Così il pericolo inizia già dal primo mattino e prosegue nel notevole traffico almeno fino a mezzogiorno».

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