Ca' Foscari e Cnr «Dal 2007 polveri sottili diminuite del 26%»

Martedì 25 Novembre 2014
A Venezia aumentano le navi ma diminuisce l'inquinamento. Tra il 2007 e il 2012 le polveri sottili dovute all'attività portuale sono calate del 26%. E se si considera che il contributo del traffico navale, relativamente al Pm2,5, è calato da 0,588 a 0,434 microgrammi per metro cubo e che rappresenta il 3,5% del Pm2,5 totale del centro di Venezia, c'è da tirare un sospiro di sollievo. Si può anche respirare a pieni polmoni ma ognuno si prenda le proprie responsabilità, ad ogni modo è indubbio che la situazione sia migliorata. E questo nonostante dal 2007 al 2012 il volume del traffico navale sia aumentato notevolmente, soprattutto i passaggi dei bastimenti più grandi, con più alto tonnellaggio: in particolare tra il 2010 e il 2012 sono quasi triplicate le navi con stazza superiore a 100 mila tonnellate.
Com'è possibile? Grazie alle politiche di mitigazione adottate dall'Unione Europea e, per Venezia in particolare, grazie all'accordo volontario tra Porto, Capitaneria, Comune e Compagnie delle navi da crociera, chiamato Venice Blue Flag, affinché le navi in laguna utilizzino carburante a basso tenore di zolfo.
Non è la Vtp o qualche associazione pro grandi navi che diffonde questi dati ma l'Università degli studi di Venezia che dal 2007, appunto, sta studiando il fenomeno. Ca' Foscari ieri ha inaugurato il suo nuovo campus di via Torino con un convegno di studio sulla qualità dell'aria nei porti mediterranei. E siccome la maggior parte di questi porti si trova a ridosso dei centri storici delle città, e con l'aumento del numero delle navi aumentano anche le emissioni (pericolose o meno), l'argomento è particolarmente importante e tocca non solo gli interessi delle società che gestiscono gli scali, come Vtp appunto, o le compagnie di navigazione ma l'intera cittadinanza. Perché si parla di salute delle persone.
Lavoro ce n'è ancora molto da fare, anche perché le ricerche ora devono concentrarsi anche sulla mitigazione di altri inquinanti, come gli idrocarburi policiclici aromatici che, a differenza delle polveri sottili, non pare siano diminuiti, ma la strada intrapresa promette bene.
Il convegno di ieri è stato organizzato dal professor Andrea Gambaro, che insegna chimica analitica, per fare il punto della situazione e mettere a confronto le metodologie utilizzate per le ricerche nei vari porti e arrivare a un sistema omogeneo. Questo chiede l'Europa che, con il programma Med, ha finanziato i progetti Poseidon e Caimans. Venezia, in particolare, è tra i porti analizzati dal progetto Poseidon, coordinato dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr. E la novità di ieri è che Ca' Foscari, Cnr, Università di Patrasso e Scuola di medicina di Fiume (Rjieka) hanno concordato di utilizzare d'ora in poi il metodo ad alta risoluzione temporale sperimentato da Venezia anche per gli scali di Brindisi e Patrasso.
A Venezia le campagne di misurazione effettuate da Ca' Foscari assieme al Cnr sono state quattro, tutte nel canale della Giudecca, e hanno raccolto dati relativi a Pm2,5 e ai gas (ossidi di azoto e zolfo) minuto per minuto: prima, durante e dopo il passaggio di una nave. Ciò, spiegano i ricercatori, ha permesso di ottenere risultati importanti perché è stato isolato il contributo specifico delle emissioni navali dall'inquinamento atmosferico totale. Ecco perché il metodo Venezia sarà applicato anche ai porti di Brindisi e Patrasso, e potrebbe diventare punto di riferimento pure per gli altri scali coinvolti nel progetto, Genova e Marsiglia.
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