Buranelle, dopo 23 anni c'è un indagato

Giovedì 18 Settembre 2014
Dopo 23 anni si riaccende la speranza di trovare non solo i corpi delle due ragazze di Burano scomparse in una domenica di ottobre del 1991, ma un responsabile.
La Procura di Venezia ha iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto Nicola Alessandro, fidanzato di Rosalia Molin, la più giovane delle due, sul quale finora si erano sempre accentrati i sospetti. Ma nessun provvedimento era mai stato assunto nei suoi confronti. L'accusa è di duplice omicidio e occultamento di cadavere.
Rosalia, 25 anni insieme alla zia, Paola Costantini di 29, aveva deciso di trascorrere un pomeriggio al cinema a Jesolo. Appena scese dalla motonave che da Burano conduce a Treporti insieme al fratello di Rosalia, Nicola avevano scoperto che la loro auto - una '126' parcheggiata a ridosso della Ricevitoria - era stata manomessa: aveva i bulloni di una ruota allentati e quindi inutilizzabile. Nicola Alessandro, comparso all'improvviso sul piazzale, si era offerto di accompagnare le donne in auto, ma le ragazze avevano rifiutato il passaggio mentre Nicola era salito per arrivare in tempo al lavoro a Ca' Savio. Da quel momento si persero le tracce delle due donne. Le forze dell'ordine brancolarono nel buio per molti mesi, le ricerche furono vane: fu setacciato il canale di San Felice, un giorno affiorarono i documenti, ma il caso rimase irrisolto e quasi dimenticato. Fino a qualche anno fa, quando Nicola Alessandro torna alla ribalta per tutt'altro motivo: viene condannato per favoreggiamento della prostituzione all'interno di un night club di Quarto d'Altino dove lavorava come barista.
E spunta un supertestimone che annuncia di avere informazioni interessanti sulla vicenda.
L'inchiesta viene riaperta e affidata al procuratore aggiunto Carlo Nordio: secondo il testimone i corpi delle due ragazze sarebbero stati sepolti in un'area ben delimitata nella zona di Cavallino Treporti, sotto un bar.
Ed è qui che per mesi dalla mattina alla sera investigatori ed esperti incaricati dalla Procura iniziano a scavare e a setacciare: in un'area dell'ex campeggio militare di Cavallino Treporti. Al lavoro la Procura impiega specialisti che attraverso georadar e altre sofisticate strumentazioni scientifiche scandagliano il suolo in profondità alla ricerca di tracce organiche umane.
I sopralluoghi, con strumenti non disponibili all'epoca della scomparsa delle due donne, sono proseguiti a lungo ma nulla è mai trapelato sul loro esito che, probabilmente, alla luce delle novità odierne ha portato a dei risultati concreti. I tecnici - seguiti dalla Polizia e dallo sguardo da lontano di alcuni parenti delle due scomparse e di numerosi curiosi - avevano isolato alcune aree con dei picchetti collegati tra loro realizzando una sorta di reticolato, come avviene per le ricerche archeologiche. Quindi è partita la fase della ricerca di tracce umane con le strumentazioni.

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