Brugnaro: «Porto qui il municipio»

Lunedì 30 Marzo 2015
Brugnaro: «Porto qui il municipio»
Il repertorio è da concertone del primo maggio. La scenografia invece ricorda i comizi delle campagne presidenziali americane. In uno slargo di calle del sale più fucsia che mai, arriva Luigi Brugnaro, pronto a inaugurare il quartier generale della sua campagna elettorale.
Sale sul palco tra una canzone di Gaber e l'altra e subito dedica la sua arringa ai mestrini: «Aiutatemi ad andare a Cà Farsetti e io vi porterò il Comune a Mestre - dice -. Questa città merita qualcosa di diverso: non si può fare un concerto, non si fa una festa. E avete mai sentito parlare seriamente di sport? Sembra che debba essere un posto da derelitti». Poi parla di un gap da recuperare nei prossimi mesi. «Abbiamo analizzato il mio tasso di popolarità: non mi conosce nessuno - aggiunge -. Ma solo perché non ho mai fatto niente per cercare notorietà, adesso dovrò andare casa per casa». La platea è ricca di facce note: c'è Cesare Campa, il presidente della municipalità di Favaro, Ezio Ordigoni, parte dell'Udc, Andrea Causin di Area Popolare e Luca Battistella di «Una grande città» direttamente dai comitati di Pellicani. «Ma sono solo il primo, arriveranno in tanti» dice. Alle spalle del palco,dove prima c'era l'agenzia Clipper, c'è la sede principale di Brugnaro, chiamato «punto comune». E dalle finestre dei tre piani spuntano decine di ragazze con le magliette fucsia e il motto «ghea podemo far» (uno dei gridi di battaglia dei tifosi della Reyer), pronte a distribuire palloncini. Ma è solo la prima di tante sedi che il candidato, che non sembra badare a spese, aprirà in città: una è già pronta in via Trieste, a Marghera, e altre apriranno nei centri di Zelarino e Carpenedo, in centro storico e al Lido. Poi parla dei dipendenti comunali. «Non è colpa loro se siamo in questa situazione - aggiunge -. So che hanno dei mutui e delle famiglie e cercheremo di salvaguardare i posti di lavoro. Ma riorganizzeremo la macchina comunale e faremo un patto per tirare fuori la città da questa situazione».
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