Bottino da 80mila euro in una casa di via Gatta

Giovedì 2 Aprile 2015
Trecento telefoni cellulari, venti computer, tre tablet, nove monitor, venti hard disk e nove televisori per un bottino complessivo di 80mila euro: scoperto il tesoro dei predoni dell'Est Europa che imperversavano tra le province di Venezia e di Padova. Era in una casa al civico 19 di via Gatta sul Terraglio a Mestre dove abitava uno dei tre arrestati, il romeno di 35 anni Eduard Ionut Ana, mentre i suoi coinquilini, vale a dire la compagna e il fratello, cui sarebbe stato affidato il compito di custodire la refurtiva, risultano indagati a piede libero per ricettazione. Con Ionuta Ana, in manette sono finiti i complici Tihomir Yankov, bulgaro di 32 anni e Vladimer Jangveladze, georgiano di 56 anni.
Fatale l'aver provato a razziare un'abitazione di Vigonza (Pd), martedì scorso all'ora di pranzo, quando la proprietaria di 73 anni che si è accorta della loro presenza e seppur spaventata è riuscita a dare l'allarme in tempo reale. A stringere loro le manette ai polsi sono stati i carabinieri del luogotenente Massimo Andreozzi che li hanno intercettati di lì a poco mentre fuggivano a tutta velocità su una Renault Laguna verde. Incuranti dell'alt imposto dagli uomini dell'Arma, pur di scappare hanno persino cercato di investire uno dei militari che presidiava il posto di blocco. L'inseguimento è durato alcuni minuti poi la cattura: nell'auto i tre avevano nascosto un mazzo di chiavi passepartout, passamontagna, torce elettriche, tenaglie e cacciavite, ovvero gli arnesi del mestiere. L'accusa formulata nei loro confronti è di tentato furto, resistenza a pubblico ufficiale e porto di oggetti atti allo scasso. Poi la grande sorpresa seguita alla perquisizione domiciliare a carico di Ionut Ana. L'ipotesi è che tutta la merce rubata sarebbe stata rivenduta in Romania e in Moldavia. In queste ore gli investigatori stanno cercando di ricostruire tutti i colpi della banda. La Renault Laguna con cui giravano, di proprietà sempre di Ionut Ana, è stata vista e riconosciuta da diversi cittadini derubati in questi mesi.
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