Bordate alla Serracchiani Il Pd veneziano all'attacco

Venerdì 27 Marzo 2015
«Non c'è porto senza Venezia e non c'è Venezia senza porto. Chi tenta di dire il contrario è fuori strada». Sandro Simionato, ex vice sindaco ed esponente di spicco del Pd veneziano dice a Debora Serracchiani che le sue idee in laguna non passeranno. La vice segretaria nazionale del Partito democratico e governatrice del Friuli Venezia Giulia non perde l'occasione per dire che tra i porti più importanti d'Italia c'è Trieste e non Venezia, e che il nuovo port offshore al largo di Malamocco non si deve costruire. Il fatto è che, senza il porto in mare aperto, lo scalo veneziano è destinato un po' alla volta a morire perché già oggi le navi più grandi in circolazione per il mondo non riescono ad entrare a causa dei fondali dei canali, che sono stati scavati ma oltre la profondità di 12 metri non si può andare, e perché le dighe del Mose impediscono l'operatività 365 giorni l'anno.
«Il Pd territoriale è assolutamente contrario a quel che dice la Serracchiani e mi auguro che il Governo ne tenga conto - continua Simionato che è anche candidato al Consiglio regionale del Veneto nelle file dei Democratici -. È profondamente sbagliato continuare a fomentare la concorrenza tra i porti italiani perché bisogna avere una visione più ampia della tenuta dell'intero sistema portuale italiano e, per quel che ci interessa, di quello dell'Alto Adriatico. Casomai si deve parlare della concorrenza con i porti del nord Europa. E in quest'ambito chiudere il porto di Venezia o relegarlo a scalo di serie B, come vorrebbe la Serracchiani, è controproducente per tutti».
E lo stesso Emanuele Rosteghin, segretario comunale del Pd, conferma che il Partito è tutto con il porto: «La sfida vera è fare sinergia tra i porti dell'Alto Adriatico perché ciascuno di questi ha caratteristiche specifiche, e devono fare massa critica, con al centro Venezia, per affrontare la competizione con i porti del nord Europa».
La vice di Matteo Renzi nel Pd, una settimana fa al meeting dei Giovani di Confindustria del Nordest Trieste ha anche detto che, in un periodo di scarse risorse, bisogna "rammendare l'esistente". Gli operatori portuali veneziani e i Sindacati le hanno già risposto per le rime. E Sandro Simionato ribadisce che «non si può frenare chi, come Venezia, ha già fatto grossi investimenti per ammodernare il proprio scalo e per prepararsi ad affrontare il futuro». Mentre altri scali, come Trieste, gli investimenti hanno appena cominciato a farli.
L'ex vice sindaco, oltretutto, ricorda che il porto commerciale di Venezia «ha un ruolo fondamentale nella strategia europea dei trasporti, ed è al pari importante per le aziende del Veneto. Parlare, quindi, solo di ricucitura del'esistente mi sembra senza senso. E quel che sto dicendo è indipendente dal discorso sulle grandi navi turistiche, che è un'altra questione altrettanto urgente e essenziale da affrontare».
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