Baby-bulle, quindicenne pestata

Giovedì 2 Aprile 2015
Un'occhiata di traverso e scatta un altro pestaggio delle baby bulle nei pressi di piazzale Candiani. Stavolta a farne le spese è stata una quindicenne "punita" pare appunto per uno sguardo di troppo a una delle boss. Calci, pugni, graffi, fino a farla cadere a terra, un'attacco feroce, verso le cinque del pomeriggio, terminato non appena le adolescenti violente si sono rese conto che poteva arrivare qualcuno. La ragazzina, abbandonata sotto choc in mezzo alla strada, ha telefonato in lacrime al padre chiedendo il suo aiuto. È stato il genitore a chiamare il 113 non appena raggiunta la figlia che poi ha dovuto accompagnare al pronto soccorso per essere medicata. La polizia, che sta indagando sull'episodio, è convinta che a picchiare la minorenne sia un gruppetto di coetanee riconducibile alla banda di giovinastri che ruota attorno a piazza Barche e che si è resa responsabili di diverse azioni: dalle aggressioni a veri e propri atti di vandalismo.
Adesso a replicare gli atteggiamenti deviati dei maschi sono anche le loro "compagne", con un'età compresa fra i 15 e i 17 anni non ancora compiuti.
La vicenda successa lo scorso fine settimana ricorda quella analoga riportata sul giornale all'inizio del mese sullo sfondo di via Olivi. Anche qui in pieno centro, in pieno giorno. La vittima, una quattordicenne, è stata incrociata mentre rincasava a piedi. Erano in tre. Le hanno chiesto una sigaretta e quando lei ha risposto di no, non perché non voleva offrigliela ma semplicemente perché non fuma, le si sono avventate contro. Hanno iniziato a schiaffeggiarla e a insultarla fino a strapparle di mano la borsetta, rovesciandone il contenuto per controllore se aveva detto la verità. E difatti di pacchetti di "bionde" non vi era nemmeno l'ombra: solo allora hanno mollato la presa, lasciandola con il viso arrossato e gli occhi lucidi. Raccolti gli oggetti sparsi per terra la quattordicenne si è avviata verso l'abitazione, non molto lontano, guardandosi le spalle. Una volta al sicuro ha raccontato ai genitori quello che le era successo. Di qui la decisione di telefonare al 113. Agli agenti della Volante è stato riferito nel dettaglio l'odiosa aggressione, ma non per arrivare a sporgere querela bensì per mettere a conoscenza le forze dell'ordine di un fatto tanto increscioso e inquietante. Che si somma a una serie di segnalazioni che ha portato a parlare di baby gang quale fenomeno dilagante sia a Mestre che a Marghera. Ragazzi e ragazze "difficili", italiani e non, che si muovono in gruppi o, se si vuole, in branchi e non esitano ad assumere condotte provocatorie, prepotenti, vessatorie quasi sempre prendendo di mira o coetanei o persone straniere, comunque soggetti che considerano più deboli e che sono sicuri di poter sovrastare con facilità e impunità.
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