Aria di rivolta: «Troppi privilegi e sprechi»

Martedì 29 Luglio 2014
Nel frattempo in assemblea è scoppiata la protesta contro «privilegi e sprechi». Nel mirino sono finite le più di 230 qualifiche di "posizione organizzativa". Figure intermedie tra l'impiegato e il dirigente che prendono fino a 16mila euro di stipendio in più all'anno, ma che in alcuni casi non avrebbero giustificazione alcuna: in tanti, ad esempio, organizzerebbero solo se stessi, senza avere nessuno alle proprie dipendenze. I lavoratori di Ca' Farsetti hanno puntato il dito anche su questo. «Ecco dove dovrebbe intervenire il commissario, invece di mettere le mani nelle nostre tasche» hanno tuonato. Tanta rabbia e indignazione in vista dei tagli al costo del personale e ai servizi già annunciati dal commissario Zappalorto. «Io sono precaria e ho una mamma malata di Alzheimer che ha l'assistenza domiciliare. A questo punto sarò colpita due volte» ha esordito una signora, pronta a dar battaglia. Scontata l'unanimità al pacchetto proposto dai sindacati (stato di agitazione più eventuale sciopero) votato dall'assemblea. Forse un po' meno la denuncia a ruota libera degli sprechi su cui dovrebbe puntare il commissario, a detta dei dipendenti, invece di toccare il loro integrativo. Più d'uno ha suggerito di fare una controproposta al commissario: «Le disfunzioni sono denaro. Basta con i privilegi, basta con gli straordinari che non stanno in piedi, basta con le posizioni organizzative che organizzano un solo dipendente».
Un tema, questo delle posizioni organizzative "gonfiate", molto sentito. Si tratta di un ruolo importante nell'organizzazione della macchina comunale, a supporto della dirigenza, ma in alcuni casi sarebbe un mero privilegio. C'è chi ha raccontato delle "posizioni organizzative" individuali, ovvero di responsabili di... se stessi, appunto. Un paio di queste posizioni sono state decise poco prima del commissariamento, al patrimonio. Ma ce ne sono dappertutto, dal turismo alle municipalità. I più arrabbiati hanno proposto di sospenderle: «Al commissario non possiamo chiedere solo di salvaguardare i nostri stipendi, dobbiamo partecipare alle scelte. E allora i direttori vanno accorpati e le "posizioni organizzative" sospese per nove mesi». C'è anche chi ha fatto autocritica: «Il commissariamento ha rilevato tanta polvere sotto al tappeto. E la responsabilità è della politica che ha fatto le scelte, ma anche dei dirigenti che le hanno avallate e di noi dipendenti che non abbiamo parlato. Questa è la città del Mose, troppo abituata a chiedere finanziamenti leciti e illeciti. Accettare questa situazione ha portato a questo schifo. Ora bisogna cambiare e fare delle proposte».
R. Br.

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