Addio a un simbolo della città le ruspe spianano Palazzo Gatti

Giovedì 28 Agosto 2014
Addio a un simbolo della città le ruspe spianano Palazzo Gatti
MIRANO - «A Mirano stanno demolendo un simbolo». Quando martedì le ruspe si sono messe in moto, la notizia si è diffusa in un baleno. In questi giorni gli operai stanno abbattendo un'ala di Palazzo Gatti, dopo quattro decenni l'immobile che ospitava lo storico mobilificio lascerà spazio ad un complesso residenziale. Molti miranesi hanno accolto favorevolmente la notizia, visto che ormai quell'area era sprofondata nel degrado, ma in città c'è anche chi storce il naso parlando di aumento di volumi edificati e di «ennesime palazzine».
Di sicuro una riqualificazione davanti al cinema-teatro era necessaria, visto che con il passare del tempo quella zona era divenuta nota soprattutto per la presenza di topi e arbusti mai curati. Palazzo Gatti per anni è stato un punto di riferimento, il primo grande edificio che si trova entrando nel centro cittadino da via Vittoria. Realizzato nel 1965, presentava lo storico mobilificio al piano terra e appartamenti ai piani superiori. Ora l'apertura del cantiere: gli attuali appartamenti rimarranno al loro posto e ad essere demolita sarà la parte bassa, quella dove un tempo c'era lo spazio espositivo. In quell'area saranno realizzate tre palazzine con tetti mansardati e parcheggi interrati. Sono previsti 54 appartamenti e un'importante riqualificazione con cortili interni e sala fitness. Il complesso si chiamerà "Le Corti Miranesi", il progetto porta la firma dell'architetto miranese Paolo Venezian e la ditta che si occupa dei lavori è la Pesce Costruzioni. Il Comune ha già dato il permesso a costruire, nei prossimi mesi partirà l'intervento e poi i tecnici comunali valuteranno come migliorare la viabilità soprattutto all'incrocio tra via Vittoria e via Pestrino all'altezza dell'ortofrutta Favaro. «È il primo grande intervento di recupero edilizio da cinque anni a questa parte - commenta l'assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Salviato -, speriamo sia un punto di partenza per poi avviarne presto altri. Il settore ne ha bisogno».
Gabriele Pipia

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