«Una scena terribile Avevano già litigato qualche giorno prima»

Sabato 22 Novembre 2014
Una tragedia annunciata. Sono queste le parole che più si sentivano pronunciare ieri mattina a Santa Lucia, trascorse poche ore dall'omicidio che ha macchiato di sangue la vigilia della Festa della Salute. Ieri mattina, tra turisti e pendolari, tutto sembrava tornato alla normalità nonostante la strana assenza dei porter service bengalesi, che sono anche i più numerosi. A spiegare il loro sciopero è Massimo, portabagagli veneziano: «Non hanno lavorato in segno di lutto e forse per non dover rilasciare dichiarazioni».
Certo perdere una giornata di lavoro per loro, facchini più o meno abusivi, non è cosa da poco. E nonostante la quotidianità ripresa, nelle botteghe dentro e fuori le ferrovie non si parlava d'altro che dell'omicidio: chi mostrava i quotidiani ai colleghi e chi le foto scattate con i cellulari dell'intervento del 118. Il tunisino è stato accoltellato nel piazzale ma sarebbe riuscito a scalare i gradoni per poi cadere a terra proprio davanti alle vetrate delle ferrovie veneziane, dove era solito dormire. I negozi e il bar vicini avevano già chiuso, solo dalla boutique de "L'Occitane" un commesso si è accorto di quanto stava accadendo mentre chiudeva l'esercizio, ma non si è fermato a guardare. Un altro commerciante presente l'ha definita «Una scena terribile - più i soccorsi insistevano con le pressioni per salvarlo, più l'uomo perdeva sangue».
«I colpi del coltello sono stati profondi e letali - afferma un altro portabagagli giunto sul luogo poco dopo l'accoltellamento - sembrava ci fosse la volontà di ucciderlo, non di ferirlo. Si erano "beccati" anche alcuni giorni fa e forse c'era del rancore».
I lavoratori della fondamenta all'alba di ieri, prima che gli operatori Veritas entrassero in servizio, hanno intravisto le gocce di sangue sul selciato. Dall'edicola ai banchetti fino al bar della fondamenta si potevano sentire i commenti dei veneziani preoccupati: «Ormai questa zona non è più sicura, mancano i controlli, son padroni gli stranieri e la sera c'è da aver paura».
L'unica linea condivisa è che l'omicidio non avrebbe molto a che vedere con un presunto "racket" dei porter, sia per estraneità della vittima all'ambiente, sia perché i portabagagli stranieri più o meno regolari, lavorano singolarmente e spesso litigano per accaparrarsi i clienti. Sul luogo al momento del delitto si trovava anche l'ex consigliere comunale Sebastiano Costalonga, prossimo candidato sindaco in laguna per Fratelli D'Italia e An, che ieri ha inviato una lettera al Commissario straordinario Vittorio Zappalorto per chiederne l'intervento. «Per fare il portabagagli - scrive Costalonga - basta aprire una posizione partita Iva per avere il rilascio dell'autorizzazione dalla questura, un carrettino e via si può lavorare».
L'ex consigliere ricorda una sua interrogazione per «Regolamentare le licenze come ad esempio accade a Santa Margherita con i bar o con i taxi, visto la particolarità della nostra città abbiamo superato le leggi sulle liberazioni in ragione della conservazione del patrimonio mondiale ma anche legato al mantenimento della sicurezza pubblica». L'interpellanza non ha visto risposta.
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