«Portata in albergo e violentata»

Mercoledì 24 Settembre 2014
«Portata in albergo e violentata»
Sono accusati di sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo. La Procura di Venezia ha aperto un'inchiesta a carico di due ventenni veneziani in relazione ad un episodio avvenuto la scorsa primavera in centro storico, denunciato da una coetanea di nazionalità canadese, che all'epoca studiava e lavorava a Venezia. La ragazza si è recata dai carabinieri per raccontare di essere stata condotta dai due giovani in una stanza d'albergo e costretta a subire atti sessuali contro la sua volontà, privata della possibilità di andarsene. Successivamente, a causa di quanto accaduto, la ragazza ha lasciato Venezia per rientrare in patria.
Il sostituto procuratore Lucia D'Alessandro, titolare del fascicolo d'indagine, ha avviato subito i necessari accertamenti, a conclusione dei quali ha chiesto e ottenuto un incidente probatorio per raccogliere la deposizione della vittima del presunto atto di violenza al fine di un possibile successivo utilizzo nel corso di un eventuale processo. La ragazza ha accettato di presentarsi in Tribunale: è partita dal Canada e, lunedì pomeriggio, è comparsa alla cittadella della Giustizia di piazzale Roma, davanti al giudice per le indagini preliminari Roberta Marchiori, assistita dal suo legale, l'avvocatessa Carmela Parziale, che è intenzionata a costituirsi parte civile se la Procura deciderà di chiedere il giudizio.
Nel corso dell'incidente probatorio, svoltosi con l'ausilio di un traduttore, la ragazza ha fornito una dettagliata ricostruzione dell'accaduto: ha spiegato al giudice che conosceva soltanto uno dei due ragazzi, raccontando di essere stata condotta in una stanza d'albergo, a Venezia, e obbligata, contro la sua volontà, a subire atti sessuali. All'audizione della ragazza ha preso parte anche il difensore dei due indagati, l'avvocatessa Gabriella Zampieri, la quale ha cercato di fare emergere contraddizioni e incongruenze nel racconto del canadese che, sostanzialmente, ha confermato quanto inizialmente esposto ai carabinieri. La ragazza non ha formalizzato alcuna querela a carico dei due ventenni, ma l'inchiesta è stata ugualmente avviata in quanto i reati sono perseguibili d'ufficio.
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