«Ostaggi in casa nostra di una baby gang violenta»

Giovedì 5 Marzo 2015
Una casa in pieno centro. A Mestre. In via Ca' Savorgnan. Per vivere in un contesto sicuro, protetto dove l'integrazione sociale la convivenza civile risultano traducibili dalle parole ai fatti. Una scelta convinta e consapevole, che una coppia di professionisti mestrini sta però mettendo seriamente in discussione solo da circa un mese. Da quando cioè per una circostanza del tutto fortuita la loro famiglia è entrata nel mirino di una baby gang composta per lo più da adolescenti kossovari che imperversa dalle parti di piazza Ferretto e il centro Le Barche. «Di fatto abbiamo il timore di uscire a qualsiasi ora - racconta la signora - perché non sai mai quando puoi incrociare quel gruppo di bulli che mi dicono muoversi anche su Marghera. No, non sanno dove abitiamo ma hanno identificato mio figlio di 18 anni, schernito e aggredito quando dopo cena portava a passeggio il nostro barboncino, e anche mio marito che in più di un'occasione è sceso per aiutarlo».
«È assurdo ma ci sentiamo in ostaggio, quasi prigionieri nella nostra abitazione per colpa di questi scalmanati, fra cui anche due ragazzine, che hanno un atteggiamento provocatorio, strafottente, violento. Mio figlio è stato anche preso a calci e si è dovuto rifugiare all'interno di un locale pubblico. E non hanno esitato nemmeno ad attaccare mio marito. Sì, certo che abbiamo chiamato sia i carabinieri che la polizia. Li hanno anche identificati alcuni di questi giovinastri. Ma ci è stato risposto che non possono fare molto perché si tratta di minorenni».
«E questo senso di impotenza - continua la signora - ci ferisce, se possibile, ancor più del fatto di sentirci un bersaglio nel camminare per strada, di dover continuamente guardarci alle spalle, di avere sempre l'accortezza di non scendere da soli, di avere il terrore che possano collegare me o la mia secondogenita di appena 12 anni allo stesso nucleo familiare. Non sappiamo più come tutelarci. Ci sentiamo abbandonati e ora - conclude la signora - ci siamo persino rivolti a un legale». (m.and.)

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