«Lui e Vitale erano spesso assieme»

Venerdì 27 Marzo 2015
No comment. Sui carabinieri-rapinatori la consegna è quella del silenzio. «È la policy del battaglione» si limitano a dire al Comando Generale. Nessuno vuole parlare di quelli che allo stato dei fatti appaiono come dei traditori che con il loro comportamento hanno gettato massimo discredito sull'Arma. Nemmeno a Mestre, nella caserma di viale Garibaldi che ospita il IV Battaglione Veneto, dove sono di stanza il chioggiotto Jacomo Nicchetto, 33 anni, e il napoletano Claudio Vitale (41) qualcuno si sbottona. A partire dal comandante, il tenente colonnello Alfredo Vacca: «Non sono autorizzato a rilasciare dichiarazioni» la sua laconica risposta. I due militari, in forza alla prima compagnia del capitano Giorgio Feola, con compiti essenzialmente di ordine pubblico, a Mestre sono arrivati almeno da tre anni. Nicchetto, che ha prestato servizio anche a Bergamo, per sua stessa volontà, in quanto avrebbe chiesto di essere avvicinato a casa dopo la nascita dei due figli, ma nella stazione di Chioggia, città dove tutt'ora risiede, non avrebbe mai lavorato se non per un breve periodo nel 2003. Vitale invece trasferito dal Battaglione Campania, pare per "incompatibilità territoriale" a causa di presunte mala frequentazioni con gente contigua al mondo criminale partenopeo. Qualche vecchio commilitone, che accetta di parlare solo dietro l'anonimato, li ricorda spesso insieme. Nicchetto viene descritto come un tipo tranquillo, senza grilli per la testa, gioviale e simpatico, dal forte accento che tradisce le sue origini "ciosote", con gli inconfondibili occhialini, e con il vezzo di girare con una vecchia Bmw 850, con i fanali a scomparsa, 5.000 di cilindrata. Tante le missioni svolte sia con uno che con l'altro. Difficile credere che entrambi, e in particolare Nicchetto, possano avere vissuto una doppia esistenza tanto da connotarli quali delinquenti in divisa: che ora si trovano a rispondere addirittura di omicidio volontario. Uno dei titolari del supermarket che avrebbero rapinato a Sarno e ferito durante la furiosa sparatoria lungo la statale 268 del Vesuvio non è sopravvissuto.
Monica Andolfatto

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