«Ero felice e volevo parlargli ma il telefono restava muto»

Sabato 4 Luglio 2015
«Ero felice e volevo parlargli ma il telefono restava muto»
«Lo avevo chiamato giovedì mattina per salutarlo e sentire come andava. Non era solito rimanere a casa solo, anzi era la prima volta che la mamma aveva deciso di venire in montagna con me lasciando il papà a Marghera». Don Stefano Cannizzaro, parroco nella chiesa di San Paolo in via Stuparich, è stato l'ultimo a sentire il padre Alberico giovedì mattina, qualche ora prima che il pensionato di 79 anni venisse ucciso nella sua abitazione in piazzale Radaelli 1. Don Stefano lo ha chiamato dalla montagna, dove stava trascorrendo una settimana di vacanza assieme alla mamma e alla comunità parrocchiale. Un campo scuola ad Auronzo, iniziato sabato scorso, con i catechisti e i ragazzini che frequentano la parrocchia. «Il papà era tranquillo come sempre - continua il figlio -, poi in tarda mattina avevamo fatto una bella gita al lago di Misurina: il paesaggio era splendido e così avevo provato a contattarlo perchè volevo condividere anche con lui questo bel momento».
Don Stefano ha quindi chiamato il padre al cellulare, ma lui non ha risposto. «Inizialmente non ho dato peso alla cosa, perchè il papà era solito uscire e dimenticarsi il cellulare a casa». Dopo un po' però don Stefano ha riprovato a contattare il genitore rimasto in città, sia al cellulare sia al numero di casa. Almeno tre telefonate, tutte senza risposta. «Mi faceva strano che non rispondesse, allora ho chiamato mio fratello, don Corrado, per capire se lui lo aveva sentito». In realtà nemmeno don Corrado, che era impegnato nel grest che si sta svolgendo nella sua parrocchia di San Pietro Orseolo in viale Don Sturzo, era riuscito a contattarlo. «Mio fratello - racconta don Stefano - mi aveva detto che al termine del grest sarebbe andato a Marghera dal papà». Cosa che don Corrado, giovedì alle 16.30, ha fatto. È entrato dall'ingresso principale della casa che dà sul piazzale, poi si è spostato in cucina dove ha trovato il padre disteso a terra ormai privo di vita vicino all'uscita secondaria che dà sul retro della casa. Ieri don Stefano era nella sua abitazione adiacente alla parrocchia di viale Garibaldi, dove c'era un viavai di persone che andavano a dare una parola di conforto e un abbraccio a questo giovane parroco arrivato a San Paolo appena due anni fa, ma già molto apprezzato dai parrocchiani. In casa con lui anche la madre. I due, appena saputa la notizia della tragedia, sono partiti dalla montagna e giovedì in serata erano già in città, mentre il campo scuola si conclude oggi.
Anche nell'abitazione di don Corrado in viale don Sturzo, ieri era una processione di fedeli e parroci che andavano a fare le condoglianze. «Ho ricevuto davvero tantissimi messaggi di affetto e vicinanza - dice don Corrado Cannizzaro - email, visite, parole care. Mi sento in dovere di ringraziare tutti per l'affetto dimostrato». Ieri sera, alle ore 21, nella parrocchia di San Pietro Orseolo è stata celebrata una veglia per Alberico Cannizzaro, il padre dei due giovani parroci molto conosciuti e stimati in città. L'anziano, dopo una vita trascorsa al Lido dove aveva lavorato come sarto, cinque anni fa si era trasferito a Marghera proprio per stare più vicino ai due figli, entrambi parroci in terraferma.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci