Un Parco friulano sulla Via della Seta

Domenica 1 Marzo 2015
UDINE - Un parco industriale "made in Friuli" da oltre venti ettari in Kazakhistan, sulla nuova Via della seta che congiungerà l'area di Shangai con il Nord Europa, passando per Almaty e Mosca.
A lanciare il progetto "Marco Polo" per lo sviluppo dell'area (26 ettari assegnati dal governo della regione nei pressi di Almaty, in un comparto complessivo di circa 198 ettari) è infatti la Ligeco International srl, società a maggioranza friulana, con la joint venture appena costituita con la kazaka Eurasia Red.
VIA DELLA SETA. Quella del nuovo parco, rilevano dalla srl italiana nata da una "costola" del Consorzio Ligeco formato da imprese del Nordest e costituita dai soci più direttamente interessati all'attività in Kazakhistan, sarà una posizione «di grande importanza strategica», visto che, sottolinea Roberto Corciulo della Ic&Partners che assiste la Ligeco International, il nuovo collegamento viario e ferroviario sulla Via della seta «velocizzerà i trasporti fra Cina ed Europa»: le merci che oggi impiegano 5 settimane via mare dal Pacifico al Mare del Nord, arriveranno a destinazione in sette giorni. Per questo la Ligeco International, prosegue Corciulo, «invita le imprese italiane interessate ad insediarsi nel futuro parco, in una logica non delocalizzativa ma industriale, di internazionalizzazione per servire il mercato locale, dove al momento c'è poco».
EDILIZIA. In Kazakhistan, dove «l'economia funziona grazie al petrolio e alle materie prime» e il made in Italy conserva tutto il suo appeal, i prodotti da costruzione saranno gettonatissimi nei prossimi anni, visto che, rilevano alla srl, con il grande movimento di inurbamento previsto, «si parla di 69 milioni di metri quadrati da edificare entro il 2020» in tutto il Paese. Cruciali due grandi eventi previsti nel 2017 come l'Expo universale ad Astana e le Universiadi invernali di Almaty.
PARCO. Al netto dei quattro ettari su cui la Ligeco International punta a realizzare degli stabilimenti di prefabbricazione, per produrre materiali per edifici civili e industriali, nei 22 restanti dell'area industriale concessa alla società a maggioranza friulana «potrebbero trovare posto - prosegue Corciulo - una decina di stabilimenti, che ci auguriamo siano italiani. L'idea è quella di fare una sorta di bando per vedere chi già dimostra interesse al progetto». Fra i punti di forza delle imprese nostrane «l'aspetto costruttivo innovativo» e l'esperienza antisismica vantata dal Friuli, che i kazaki hanno potuto apprezzare «durante la loro visita a Udine». L'area industriale, già servita dalla ferrovia, sarà completata in 3-4 anni.
MASSA CRITICA. Uno degli obiettivi è arrivare a fare «massa critica», per poter usufruire dei benefici decisi dal governo kazako per quelle industrie che investono più di 20 milioni di dollari in certi ambiti (oltre alle agevolazioni fiscali, c'è la possibilità di vedersi rifuso il 30% dei soldi stanziati). Se l'investimento per la costruzione e l'installazione delle attrezzature industriali ipotizzato dalla Ligeco International è di «15 milioni di euro», «mettendo vicino un'altra partita, i 20 milioni si raggiungono», calcola Corciulo
TEMPI. Ora che la joint venture è cosa fatta, dovranno essere rapidi, vista la "voracissima" richiesta di alloggi da parte delle istituzioni kazake. «Abbiamo il traguardo del 2017 - spiega Corciulo -. L'idea sarebbe di iniziare ad essere operativi come produzione per alcune parti già a fine 2015 o inizio 2016. L'ipotesi è di arrivare a fine settembre con lo stabilimento già produttivo almeno per l'edilizia civile».
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