Un'alleanza con l'Esercito contro le emergenze

Sabato 28 Marzo 2015
TRIESTE - Migliorare la professionalità e la competenza clinica degli ufficiali medici e sottufficiali infermieri, ma anche organizzare la formazione teorica e l'addestramento pratico, favorendo la costituzione di un nucleo di operatori sanitari in possesso di esperienza nella gestione delle emergenze, da utilizzare a beneficio della collettività civile in caso di calamità sul territorio regionale.
È lo spirito e insieme la missione di un protocollo d'intesa fra la Regione e l'Esercito approvato ieri dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca.
È chiaro che l'operazione, chiamata a generare vantaggi per l'organizzazione militare quanto per la Sanità pubblica regionale, punti anche ad «accrescere l'efficacia e l'efficienza dell'attività e dell'organizzazione sanitaria dell'Esercito per una migliore protezione sanitaria nei teatri operativi», cosa perseguibile essenzialmente insistendo sulle competenze cliniche nell'area dell'emergenza. Ma quando dovesse servire alla Regione per indesiderabili calamità ed emergenze di varia natura, l'Esercito si dichiara pronto a mettere in campo i medici, gli infermieri e i mezzi a sua disposizione per fare fronte comune con i colleghi senza le stellette militari. Il tutto - beninteso - in un regime di parità economica, senza oneri aggiuntivi per le pubbliche casse friulgiuliane.
Per passare dall'enunciato alla pratica operativa, la Direzione centrale della Salute deve ora dar vita a un gruppo tecnico paritetico con tre medici militari e altrettanti regionali.
L'accordo, rinnovabile, ha per ora una valenza triennale. «Il personale sanitario militare adeguatamente addestrato può indubbiamente rappresentare una risorsa aggiuntiva per il Servizio sanitario regionale», spiega l'assessore Telesca. «Condividendo, quindi, che i medici militari possono mantenere ed accrescere la propria competenza clinica solo lavorando con continuità in situazioni cliniche complesse e variegate, come quelle proprie del nostro Servizio sanitario regionale, consideriamo giusto sviluppare la collaborazione tra le due istituzioni delineando le linee organizzative fondamentali».
M.B.