Uccise il figlio con una coltellata Talpis dovrà scontare l'ergastolo

Venerdì 9 Gennaio 2015
UDINE - Andrei Talpis, il muratore di origini moldave, 49 anni, che la notte del 26 novembre 2013, a Remanzacco, uccise il figlio Ion, 19 anni, e tentò di uccidere la moglie Elisaveta, 49 anni, è stato condannato all'ergastolo.
La sentenza è stata pronunciata ieri pomeriggio dal gup del tribunale di Udine Emanuele Lazzaro che ha accolto la richiesta di condanna avanzata alla scorsa udienza dal pm Elisa Calligaris e ha ritenuto l'imputato colpevole di tutti i reati che gli venivano contestati: omicidio volontario del figlio e tentato uxoricidio, aggravato anche da un contesto di maltrattamenti ai danni della moglie, oltre al porto del coltello. Il gup Lazzaro ha riconosciuto anche un risarcimento danni di 400 mila euro a favore di Elisaveta, costituitasi parte civile con l'avvocato Samantha Zuccato. La donna ieri non era in aula. È stato il suo avvocato ad avvisarla dell'esito.
«Era molto sollevata - spiega il legale -. La sua più grande paura era che il marito potesse uscire dal carcere per portare a compimento la sua opera. La mia cliente - continua - ha ancora paura ed è molto turbata. Pensa continuamente al povero ragazzo e piange. In casa ha un altarino con la sua foto».
La tragedia si era consumata nella notte del 26 novembre 2013 nell'appartamento in cui la famiglia abitava a Remanzacco. Erano le 4.30 del mattino quando l'uomo era rientrato a casa ubriaco e aveva avuto un alterco con la moglie. Il figlio era intervenuto in difesa della madre e aveva cercato di disarmare il padre, che aveva in pugno un lungo coltello da cucina, ma era rimasto colpito mortalmente. La madre era riuscita a scappare in strada, per chiedere aiuto.
«Per quanto i fatti siano di assoluta gravità, considerato l'ambiente in cui il delitto è maturato e la personalità dell'imputato ritengo la pena massima sicuramente eccessiva, anche in raffronto a diversi episodi che sono stati trattati in altri processi, sia in ambito locale, che nazionale - commenta all'esito l'avvocato Roberto Mete, legale di Talpis -. E ciò anche perché sono ancora convinto che la morte del figlio dell'imputato sia stata determinata da un'azione consumatasi ben oltre le intenzioni del padre. In ogni caso, ogni ulteriore argomentazione giuridica sarà devoluta al secondo grado di giudizio, all'esito del deposito delle motivazioni da parte del gup».
E.V.

© riproduzione riservata