Tolmezzo-Udine, i viaggi per la droga

Mercoledì 16 Aprile 2014
Dai grossisti udinesi come "Onest" per rifornirsi a 6 euro al grammo, e poi il rientro a Tolmezzo per rivendere l'erba "al minuto" a 10 euro al grammo, nei paraggi dell'autostazione degli autobus oppure direttamente a bordo dei pullman di linea diretti verso i paesi delle vallate carniche e del Tarvisiano. Trattative tramite i social network oppure con applicazioni non monitorabili come Whatsapp o Viber, suddivisioni di merce incellophanata con tanto di targhetta in base al peso.
Queste alcune delle istantanee più significative dell'operazione antidroga "Plaza de Mayo" fatta scattare in Alto Friuli dal Norm della Compagnia dei carabinieri di Tolmezzo, che ha portato al bilancio di un minorenne arrestato, nove denunciati a piede libero, quattro sottoposti a collocamento in comunità, più diverse decine di segnalazioni tra "escussi" e "assuntori" - tutti compresi tra i 14 anni e i 32 - oltre a 252 grammi di sostanze stupefacenti sequestrate, 4 bilancini e vario materiale utilizzato per il confezionamento, denaro probabile provente delle compravendite pari a 265 euro. Scattate a maggio 2013, le indagini dirette da Chiara De Grassi, pm presso la Procura della Repubblica del Tribunale per i minorenni di Trieste, hanno altresì interessato e fornito favorevoli riscontri ad altri 7 fascicoli processuali (2 della citata Procura minorile e 5 pendenti presso la Procura della Repubblica di Udine).
Le operazioni sul campo sono state condotte dagli uomini del capitano Stefano Bortone e del luogotenente Domenico Colonna, e hanno portato ad arricchire di pagine sorprendenti il grande libro aperto da un paio d'anni sulle nuove generazioni, già conosciute recentemente per esempio con l'operazione al Parco Baden Powell di Udine.
Stick di caramelle Mentos per nascondere i pezzi di "fumo". Pagamenti in "conto vendita" o con collette che fruttavano ricarichi rispetto al prezzo d'acquisto, di decine e decine di euro, foto di "canne" postate tranquillamente sui propri profili Facebook, alcune delle quali organizzate a mo' di scritte contro la forza pubblica, o scambiate sempre tramite messaggini. E poi ancora assenze da scuola e verticali cali di rendimento, mancati rientri a casa e notti passate a dormire per esempio in stazione a Udine. Introiti cospicui insomma che servivano per comprarsi per esempio lo smartphone all'ultimo grido. Ragazzini spregiudicati che da quanto emerso si muovono sottotraccia ma senza troppe paturnie, pensando di rischiare meno dei colleghi maggiorenni perché considerano il fattore età garanzia di impunità parziale e di pene o misure cautelari lievi.
Una «preoccupante situazione sociale» la definiscono i militari dell'Arma. Questa struttura ha dato loro l'impressione che, con volumi diversi e in un contesto sociale ancora più degradato, avrebbe potuto ulteriormente «evolversi in un sodalizio criminoso di tipo inequivocabilmente associativo, non potendo escludere a priori che il basso costo ormai raggiunto da sostanze ora definibili più pesanti - quali la cocaina, l'eroina e Mdma, magari date in "omaggio" dai pusher - potrebbe portare a diffonderle anche in queste fasce minorili».
© riproduzione riservata