Portava oppio, condannato «Era per uso decorativo»

Giovedì 20 Novembre 2014
Lo avevano fermato alla barriera autostradale di Ugovizza. Stava rientrando in Italia dall'Austria, alla guida di un camper affittato da una società lombarda, insieme ai figli minori, a un connazionale e a un carico di oltre 31 chili di papavero da oppio, da cui si sarebbero potute ricavare oltre 13 mila dosi di morfina.
Lali Bajwa, 38 anni, indiano residente a Chiuduno, in provincia di Bergamo, difeso dall'avvocato Andrea Castiglione, è stato condannato ieri dal gup del tribunale di Udine Paolo Alessio Vernì a 5 anni di reclusione e 20 mila euro di multa, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Era accusato di traffico illecito di sostanze stupefacenti. In sostanza gli veniva contestata l'introduzione in Italia e la detenzione dello stupefacente.
L'uomo era incappato in un controllo della Polizia italiana il 16 giugno 2012. Nella parte posteriore del mezzo, gli agenti della Polizia di frontiera e della Questura di Udine avevano trovato i bulbi conservati in 315 sacchetti, a loro volta riposti in sette sacchi neri. Le analisi sui bulbi avevano evidenziato la presenza nel carico di circa 341 grammi di principio attivo da cui si sarebbero potute ricavare circa 13.561 dosi di morfina. L'uomo si era giustificato spiegando di aver acquistato lo stupefacente per uso decorativo, per profumare i vestiti e preparare degli infusi, bevande dall'effetto antidolorifico, da consumare con la famiglia o con gli amici, secondo la tradizione indiana. Aveva anche raccontato di aver acquistato quattro dei sette sacchi per conto di alcuni amici, che gli avrebbero dovuto rifondere la spesa sostenuta al suo ritorno. Sosteneva di ignorare che in Italia fosse reato.
Ma il giudice non l'ha ritenuto un "errore scusabile". «Proprio perché in altri Stati la vendita di papavero contenente tali principi attivi parrebbe consentita e proprio perché in Italia gli stessi fiori non erano in alcun modo reperibili, appare del tutto ragionevole ritenere di comune dominio l'impossibilità "giuridica" della vendita di tali beni in Italia», motiva il gup che - visto l'ingente quantitativo di sostanza - non ha ritenuto di riconoscere neppure l'uso personale dello stupefacente.
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