Peculato, la Procura chiude l'inchiesta sul notaio

Giovedì 17 Aprile 2014
UDINE - La Procura di Udine ha chiuso l'inchiesta a carico del notaio udinese Fabio Conte, 50 anni, titolare di un noto studio notarile in città, tra i primi dieci contribuenti di Udine, con un reddito dichiarato che negli ultimi cinque anni aveva sempre superato il milione di euro. Il professionista è sospettato di aver omesso di riversare all'Agenzia delle entrate tutte le somme incassate dai clienti e dovute come imposte di registro, ipotecarie e catastali o come pagamento dell'Iva sulla dichiarazione delle persone fisiche. Si parla, secondo i calcoli degli inquirenti, di oltre 500mila euro dovuti in due anni, nel 2012 e 2013, e circa 320 persone offese. Condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Udine, le indagini si sono concluse ieri con la firma da parte della Procura di una richiesta di rinvio a giudizio a carico del professionista. Tre le ipotesi di reato contestategli dalla Procura: peculato, falso ideologico e omesso versamento Iva. Secondo quanto si è appreso, dopo la notifica dell'avviso di chiusura indagini, il notaio, difeso dagli avvocati Stefano Mauro e Alberto Tedeschi, non avrebbe chiesto di essere ascoltato dagli inquirenti. Si difenderà davanti al giudice. La principale ipotesi intorno a cui ruota l'impianto accusatorio è quella di peculato. Diversi gli episodi in contestazione. In 34 occasioni nel 2012 e in altre 127 nel 2013 avrebbe omesso i versamenti delle imposte, per un ammontare complessivo di 234.993 euro dovuti nel 2012 all'agenzia delle Entrate nel 2012 e 268.056 nel 2013, oltre a 2.440 euro dovuti nel 2012 all'agenzia del Territorio e altri 8.375 nel 2013. Eppure nel suo repertorio aveva annotato, oltre agli estremi di registrazione, anche la somma «pagata». Fatto che gli è valso anche un'accusa di falso ideologico. Il peculato gli viene contestato anche per una serie di altri episodi in cui avrebbe omesso di restituire ai clienti la somma percepita in eccedenza sulle minori somme liquidate per altri 25mila euro circa, cui si aggiungono 50mila euro di imposta ipotecaria che avrebbe omesso di corrispondere per un'annotazione all'agenzia del Territorio di Venezia. Nel 2012 il notaio avrebbe anche omesso di versare l'Iva dovuta per l'anno d'imposta 2011, per un ammontare di 82.525 euro, pur avendo presentato regolarmente la dichiarazione.
Elena Viotto