Omicidio Sattolo, Francesca non ricorda di aver colpito

Martedì 25 Febbraio 2014
«Non ricordo di averlo colpito. Ho atteso il suo rientro, sperando che andasse a dormire senza alterarsi. Si era già arrabbiato con me nel pomeriggio, in un agriturismo. E invece, quando è arrivato a casa, mi ha dato uno spintone e sono caduta a terra. Ho finto di chiamare i carabinieri, ma mi ha preso il cellulare e lo ha lanciato contro il muro delle scale. Ricordo di averlo visto a pezzi». Poi più nulla. La memoria di Francesca Del Medico, 44 anni di Cervignano, accusata dell'omicidio di Gabriele Sattolo, il fidanzato, 39 anni, morto in ospedale l'11 ottobre 2012 per le conseguenze di una ferita al petto inferta con un coltello da cucina, si interrompe negli attimi cruciali della vicenda. Il black out dura, fino a che, 5 o 10 minuti più tardi, vede il fidanzato «a terra, con le braccia al petto. Un attimo prima era in cucina a preparare la carne. Mi ha detto che stava male e sono corsa dai vicini per chiamare il 118». Del Medico ha ricostruito la giornata rispondendo per oltre un'ora alle domande che le hanno posto ieri in aula il pm Claudia Finocchiaro e il suo avvocato Luca Beorchia, nel corso dell'esame imputato, davanti alla Corte d'Assise presieduto dal giudice Angelica Di Silvestre, a latere Carla Missera e sei giudici popolari. In aula c'erano anche i suoi genitori. Il pomeriggio prima della tragedia la coppia aveva trascorso il pomeriggio in un agriturismo. «Avevamo bevuto alcuni bicchieri di vino in compagnia di amici. Poi si è arrabbiato con me, accusandomi di averlo lasciato troppo tempo da solo». Per questo la donna aveva «deciso di rincasare prima, a piedi, piangendo». Lungo la strada aveva incontrato un amico che le aveva offerto un passaggio a casa, consigliandole di chiudersi dentro. «Ma non l'ho fatto tanto lui apriva comunque», ha aggiunto citando dei precedenti episodi in cui aveva sfondato i vetri e ricordando quando, per una spinta, si era ritrovata con il piede rotto. Al termine dell'udienza la corte ha accolto la richiesta della difesa di acquisire le sentenze di primo grado e appello in cui Sattolo era stato condannato per una vicenda di stupefacenti in cui avrebbe dovuto ricoprire anche il ruolo di teste nel processo parallelo apertosi a carico di alcuni tunisini grazie alla sua collaborazione. La corte ha disposto anche una consulenza medico-legale affidata al dottor Claudio Rago per stabilire le modalità del fatto, l'ipotesi di autoferimento e la compatibilità con le condizioni fisiche della donna che in quel periodo portava le stampelle.(((viottoe)))