Medico chirurgo sotto inchiesta

Mercoledì 30 Luglio 2014
Un tempestivo intervento chirurgico avrebbe potuto salvare la vita di Veronica Surian, la 14enne di San Michele al Tagliamento, deceduta l'8 gennaio in ospedale a Udine, dopo il trasferimento d'urgenza dal nosocomio di Latisana, dove era stata accompagnata il 2 gennaio dalla mamma, in preda a forti dolori addominali. Ne è convinto il pm Claudia Danelon che, al termine dell'inchiesta, ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari a uno dei sei medici inizialmente indagati per il decesso della ragazzina, il chirurgo Giuseppe Cannarozzo, 58 anni di Latisana.
OMICIDIO COLPOSO. Rifacendosi in buona sostanza alle conclusioni della consulenza tecnica affidata al chirurgo del policlinico di Pordenone Ernesto Angelucci e al medico legale Antonello Cirnelli, la Procura contesta al chirurgo quel giorno di guardia l'ipotesi di reato di omicidio colposo.
DIAGNOSI ERRATA. Inviata dal pronto soccorso in pediatria, la ragazzina venne ricoverata intorno alle 16.40 con una diagnosi di «sospetto addome acuto» effettuata dalla pediatra che l'aveva visitata e che aveva richiesto subito il consulto del chirurgo. Quest'ultimo, sarebbe però andato a visitare la ragazzina intorno alle 18, formulando una diagnosi di «sindrome gastroenterica» ed esclusione di patologie chirurgiche. Il pubblico ministero gli imputa quindi la «colpa» di aver formulato un'errata diagnosi iniziale («sebbene vi fossero già alcune chiare indicazioni che non la permettevano», tra cui un bloomberg positivo) e di averla mantenuta ferma «ancor più imperitamente», nonostante il quadro clinico peggiorasse e senza prestarsi a una successiva visita, richiesta da una radiologa e da una pediatra dopo che un'ecografia aveva evidenziato un cospicuo versamento di liquido in tutto l'addome.
RITARDO. Solo dopo le 21.30, con un ritardo che la Procura quantifica in quattro ore, Veronica venne portata in sala operatoria, ma mentre era sotto i ferri entrò in arresto cardiocircolatorio conseguente ad anossia cerebrale, da cui non si è più ripresa. La ragazzina soffriva di una malformazione congenita, un'ernia di Bochdalek al diaframma, rimasta latente e asintomatica fino a quando, tra il 31 dicembre e il 1 gennaio, aveva cominciato a lamentare forti dolori addominali. Ma secondo la Procura un tempestivo intervento chirurgico avrebbe consentito di emendare la situazione con una semplice sutura della parete del diaframma e dello stomaco. Per i consulenti alle 18 ci sarebbe stato ancora tempo utile per pianificare ed eseguire l'intervento salvavita.
DIFESA. Ricevuta la notifica del 415 bis, la difesa dell'indagato, l'avvocato Tiziana Odorico, sta ora valutando se presentare memoria o chiedere l'accesso a riti alternativi.
ARCHIVIAZIONI. Per gli altri cinque medici inizialmente iscritti nel registro degli indagati, il medico curante Carlo Alberto Valentinuzzi, le pediatre Maria Angela Fanecco e Giuseppina Bartolozzi, l'anestesista Antonio Marchio e il chirurgo Luigi Russo, che avevano a loro volta seguito Veronica, la Procura ha avanzato richiesta di archiviazione al gip. Sempre sulla scorta della consulenza tecnica, infatti, il pm esclude profili di colpa medica.