Le sinfonie arrivano dalla vecchia Europa

Lunedì 22 Settembre 2014
Le sinfonie arrivano dalla vecchia Europa
Due appuntamenti che aprono la stagione sinfonica in Friuli: la maestosità del Novecento russo interpretata dalla London Symphony Orchestra diretta da Valery Gergiev (mercoledì 24 al Teatro nuovo Giovanni da Udine) e la sacralità dello Stabat Mater del boemo Dvorak con l'Orchestra Haydn di Trento e Bolzano diretta da Hartmut Haenchen (il 26 al Verdi di Pordenone). Due concerti diversi per evocazioni e tessitura tematica, eppure accomunati da sonorità e provenienze legate all'Europa centrale. A salire sul palco del Giovanni da Udine sarà una delle orchestre europee più note e apprezzate, la London Symphony (Lso) che porterà la dolcezza dell'Ouverture-fantasia Romeo e Giulietta di Cajkovskij, interpretazione che è valsa all'orchestra il premio Disco dell'anno nella categoria sinfonica da parte della Bbc Magazine Awards nel 2011. Seguiranno due sinfonie di Prokofev, la «Classica» n.1 op.25 scritta nel 1917 tributo alla lezione di Haydn, e la n.5 op.100 scritta nel 1944 e proposta per la prima volta al pubblico il 13 gennaio del 1945, quando l'armata russa festeggiava la vittoria e l'uscita dalla Seconda guerra mondiale. L'esperienza del conflitto, dalla crudezza delle morti e la gioia per l'uscita dalla guerra mista a una celebrazione della patria, ricorrono nella partitura che Prokofev definì pagine in cui esprimere la grandezza dello spirito umano. A dirigere la London Symphony è il suo quindicesimo direttore ufficiale, Valery Gergiev, uno dei più apprezzati, e anche uno degli intellettuali più impegnati rispetto alla contemporaneità: dal concerto del 2004 in memoria delle vittime del massacro di Beslan, alle prese di posizioni filo governative e filo-putiniane rispetto alla questione russa-ucraina e già nel 2008 rispetto all'Ossezia.
Lo Stabat Mater è il primo lavoro a tema religioso del boemo Antonín Dvoràk, composto dopo la perdita di due figli. «La disperazione del cuore trova voce attraverso la sequenza latina, di straordinaria forza nelle parole e nel ritmo inesorabile», come si riporta nelle note di sala. La grande capacità espressiva di questa partitura corrisponde all'impegno orchestrale con 130 elementi sul palco per la direzione del tedesco Harmut Haenchen, si esibirà l'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, assieme al Coro da camera Sloveno di Lubiana diretto da Martina Batiä, solisti il soprano Sabine Von Walther, il mezzo soprano, Annely Peebo, il tenore Dominik Wortig, il baritono Alejandro Marco-Buhrmester. Per l'appuntamento pordenonese, biglietti in prevendita già da giovedì.
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