La meccanica lancia un Sos

Venerdì 28 Novembre 2014
Se la meccanica era la locomotiva, il treno della ripresa si è fermato. Dai dati sul terzo trimestre, infatti, arriva una doccia fredda sulle aspettative di ripresa del comparto leader del manifatturiero provinciale, con il 45% degli addetti, il 51% del valore aggiunto e il 70% dell'export.
La leadership è indiscussa, ma i numeri raccontano anche di un settore in diffociltà. I timidi segnali positivi di inizio 2014 non hanno infatti trovato conferma nel terzo trimestre, come ha spiegato il capogruppo provinciale di Federmeccanica Luigi De Puppi nel corso della conferernza stampa convocata ieri a Confindustria Udine, in comcomitanza con altre 131 sedi provinciali.
Tra luglio e settembre c'è stata una battuta di arresto, con la produzione siderurgica che è diminuita del 10,3% e quella meccanica dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In calo anche il numero delle imprese attive, 70 in meno (-3,4%) e del 10% dal 2009, con un calo di oltre 1.500 addetti negli ultimi cinque anni. A rafforzare le preoccupazioni i rischi che incombono sull'export, che nel corso del primo semestre ha fatto segnare un incremento vicino al 10%. La crisi ucraino-russa, l'instabilità del Medio Oriente e i nuovi segnali di recessione nell'area dell'euro, il mercato più importante per il made in Fvg, fanno temere una nuova frenata.
Ma nonostante questo, e nonostante un clima tornato negativo, i gli imprenditori friulani continuano a guardare con fiducia ai mercati esteri.
Federmeccanica, da parte sua, invoca riforme e applaude il jobs act, che per De Puppi «va nella direzione giusta», e «sposta l'attenzione sul piano di sviluppo industriale che la Regione sta impostando, volto a valorizzare la centralità del manifatturiero, che dovrà trovare concretizzazione nei nuovi strumenti legati all'attuazione dei programmi comunitari 2014-2020 e nel rinnovo di quelli esistenti». Con un occhio anche alle finanziarie pubbliche, Finest, MedioCredito e Friulia, sulle quali Federmeccanica invoca un «maggior coordinamento operativo e ordinamentale».
Riccardo De Toma

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