L'uomo ha risposto alle domande fornendo la sua versione

Venerdì 28 Novembre 2014
L'uomo ha risposto alle domande fornendo la sua versione
UDINE - È tornato a casa, agli arresti domiciliari ma con facoltà di uscire per recarsi al lavoro, il 37enne marocchino arrestato lunedì dai carabinieri di San Daniele del Friuli per i maltrattamenti alla giovane moglie.
La donna, una connazionale di 24 anni, era stata salvata proprio dai militari dell'arma e dagli agenti della polizia locale, grazie al disperato sos lanciato dalla donna via skype ai genitori in Marocco domenica sera, al termine di un grave episodio di violenza subito, l'ennesimo, secondo il suo racconto, nei circa otto mesi in cui è vissuta quasi segregata in casa, dal suo arrivo in Friuli ad aprile. Lo ha stabilito il gip del tribunale di Udine Francesco Florit, al termine dell'udienza di convalida dell'arresto celebrata mercoledì. In udienza il pm Paola De Franceschi aveva chiesto la convalida e l'applicazione della custodia cautelare in carcere dell'indagato.
L'uomo, assistito dall'avvocato Stefano Arpino, non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha inteso al contrario fornire al gip una sua versione dei fatti, su cui c'è il massimo riserbo per esigenze di difesa processuale. La difesa ha depositato anche una memoria difensiva e una documentazione sanitaria, attestante lo stato di salute dell'uomo. Il 37enne, ha sostenuto la difesa, vive in Italia da molti anni e ha un lavoro. Nell'ultimo periodo era a casa in malattia, per ragioni di salute comprovate dalla certificazione medica dimessa in udienza.
Nel corso dell'udienza l'avvocato Arpino si è opposto alla richiesta di convalida dell'arresto (contestando i presupposti della flagranza e quasi flagranza) e alla richiesta di misura cautelare, sulla scorta della versione offerta dall'uomo e per il difetto di esigenze cautelari e gravi indizi di colpevolezza.
Il gip, accogliendo le considerazioni della difesa, non ha convalidato l'arresto per mancanza della flagranza, tra il momento in cui, domenica sera, sono avvenuti i fatti e quello in cui, il lunedì pomeriggio, sono scattate le manette ai polsi dell'uomo.
Il gip ha quindi ritenuto opportuno applicare all'uomo la misura degli arresti domiciliari, con la facoltà di assentarsi per svolgere l'attività lavorativa, in relazione all'accusa di maltrattamenti in famiglia. Allo stato, per il giudice, non ha ritenuto vi fossero elementi idonei in relazione all'ipotesi di reato di sequestro di persona parimenti contestato all'uomo dalla Procura.
E.V.

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