L'amore esibito che raddoppia la emme

Lunedì 20 Ottobre 2014
PORDENONE - (vs) L'amore ha la stessa funzione e struttura dell'enigma: entrambi si fondano sulla mancanza, su una lacuna. Una parola, amore, che costituisce una delle sfide più difficili per linguisti e vocabolaristi: chiunque ne conosce il significato, eppure le definizioni nei dizionari non possono che essere «immagini a bassa definizione». Così Stefano Bartezzaghi ospite sabato sera di Scienzartambiente al Convento di San Francesco. Il giornalista, scrittore e figlio d'arte dell'enigma, ha condotto il pubblico in una spirale di ragionamenti il cui filo conduttore era l'amore. O meglio, «l'ammore con la doppia emme come oggi spesso vedo scritto in luoghi infernali e social media. Un raddoppio di consonante che credo abbia a che fare con il modo in cui si vive oggi questo sentimento e con la sfacciataggine - spiega Bartezzaghi - L'ammore sempre più viene esibito, pensiamo ai tre metri sopra al cielo di Moccia». L'esempio lampante di come la mass-medialità abbia modificato il modo di rapportarsi a questo sentimento, è il paragone tra il matrimonio di Grace Kelly e quello di Lady Diana: «La prima era una donna famosissima, passata dal mondo della rappresentazione a quello della rappresentanza, e sparendo. La seconda divenne famosa proprio dopo il suo matrimonio televisivo». La lingua storicamente è il luogo dell'amore, nella letteratura, nella poesia, così come negli anagrammi e nei nomi dell'amata. Come la Beatrice di Dante, o Laura di Petrarca i cui nomi vennero pasticciati, modificati, come se manipolandone il nome potesse rendere più vicino il desiderio e come se «l'eccellenza della persona fosse già inscritta nel suo nome» ancora Bartezzaghi. Fino all'enigma amoroso di Raggio di Sole. Questa fu la dedicataria nella prima edizione delle «Fiabe Italiane» di Italo Calvino, formulazione dietro cui si celava Elsa dé Giorgi. Se la relazione tra i due è al sicuro nel più bel epistolario d'amore (inedito), la variazione del nome della donna in Raggio di Sole fu un inconsapevole anagramma e dichiarazione d'amore.