Il primo orto urbano

Sabato 2 Agosto 2014
UDINE - Con tutta probabilità sarà pronto già per la ventesima edizione di Friuli Doc in programma dall'11 al 14 settembre il primo modello in Italia di orto urbano fatto apposta per favorire la riabilitazione dei disabili motori: e per gli "ortisti" udinesi, che già hanno fatto incetta di allori a livello nazionale, anche questo potrebbe essere un traguardo da record.
Grazie alla convenzione in fieri con l'Ass 4 Medio Friuli e la direzione dell'Ospedale Gervasutta proprio nella clinica udinese potrebbe trovare spazio un nuovo sedime dedicato a questa pratica che ha avuto un successo enorme negli ultimi anni. Il prototipo che mostra come costruire un orto accessibile anche alle carrozzine e lavorabile anche in condizioni di mobilità ridotta potrebbe essere realizzato già per l'edizione 2014 della kermesse enogastronomica che riempie le piazze di Udine, proprio in sintonia con questo clima di recupero della tradizione agraria e della genuinità dei cibi autoprodotti sul territorio. Lo spera il vicesindaco di Udine Carlo Giacomello, che è anche il referente di quell'ufficio Agenda 21 che si occupa da sempre dell'iniziativa: un progetto che ha anche un grosso valore sociale, dal momento che ricrea un senso di comunità, un dialogo tra le persone coinvolte all'insegna dell'apprendimento e della solidarietà e consente anche di guardare in tempo di crisi a un "ritorno alla terra" mirato e consapevole che sa tanto di "decrescita felice" vista anche la genuinità e la garanzia di qualità che il biologico riesce a dare.
Non solo: la finalità sociale potrà avere, grazie al nuovo progetto studiato in collaborazione con l'ospedale cittadino, anche fini terapeutici. E Udine, capofila nazionale della rete orti urbani e vera leader nella formazione degli operatori del settore, adesso però potrebbe avere altro da insegnare. Perché dalla collaborazione tra gli ortisti comunali e i fisioterapisti del Gervasutta potrebbe nascere un modello utile a proporre in tutta Italia una nuova modalità di riabilitazione per i disabili attraverso l'orticultura. «Speravamo di concludere ancor prima questo progetto, ma l'individuazione al Gervasutta dell'area idonea all'allestimento dell'hospice provvisorio proprio in corrispondenza con il settore che avevamo individuato ha fatto rallentare leggermente l'iter». Che comunque è in dirittura d'arrivo. E in un'edizione di Friuli Doc sempre più improntata al sociale, sarebbe una vera ciliegina sulla torta. Biologica, s'intende.
Walter Tomada