Ex Macello, guerra di perizie chiamati in causa i progettisti

Martedì 21 Ottobre 2014
UDINE - Stanno andando avanti i lavori per il recupero architettonico e funzionale del complesso edilizio dell'ex Macello di via Sabbadini, dopo che negli scorsi mesi la giunta Serracchiani ha sbloccato 3 milioni e 287 mila euro di interventi nell'ambito dell'accordo di programma sull'ex Palazzo della Regione. Qualcosa però è cambiato nel quadro economico dell'intervento, che resta complessivamente di 3 milioni e 729 mila euro, ma ha richiesto già due perizie suppletive e di variante negli ultimi mesi.
La ristrutturazione, che creerà nuovi spazi di aggregazione pubblica specie giovanile, e potrebbe ospitare numerose attività del Museo friulano di storia naturale, è infatti al centro di uno scontro di perizie che oppone il direttore dei lavori al Raggruppamento Temporaneo di Professionisti costituito tra la società Wehdorn Architekten Zivil Techniker Gmbh di Vienna, lo Studio Architetti Associati Campetti e Malisardi di Cavaliera dell'Ozzano dell'Emilia (Bologna), l'architetto udinese Federico Marconi, l'ingegner Dania Gigante di Martignacco, lo studio Suraci di Udine e la società Simm srl di Trieste. E la giunta ha dato ragione alla direzione lavori, dando mandato all'Avvocatura Comunale di verificare se chiedere i danni ai progettisti.
La joint venture costituita dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese trevigiano tra Impresa Costruzioni Giomo Srl di Silea, ditta Onisto Costruzioni Generali Srl di Maser e ditta Zorzetto Mario Srl di Gaiarine si è aggiudicata l'appalto a fronte di un ribasso sull'importo posto a base d'asta del 17 per cento, ma dal 10 settembre 2013, apertura ufficiale del cantiere, subito sono iniziati i problemi. Da un lato i progettisti hanno ricusato la direzione lavori, chiedendo che fosse affidata a un architetto anziché all'ingegnere della Serteco di Udine Enrico Beltrame: e in questo hanno avuto anche manforte dalla Sovrintendenza.
Tuttavia la Serteco ha in organico un pool di progettisti e la direzione è passata all'architetto Gabriele Tami, che però – da quando sono stati consegnati i lavori - ha redatto due perizie di variante rispetto all'intervento progettato. La prima è stata approvata il 1 settembre scorso e comportava un aumento dell'importo dei lavori di netti 196mila euro, pari all'8,62 per cento dell'importo di contratto, più Iva: in tutto 216 mila euro. A cantiere aperto però il Direttore dei lavori ha relazionato “in merito al riscontro di alcune difformità risultanti dalla verifica puntuale delle previsioni progettuali a fronte delle evidenze di cantiere”: una fattispecie che si definisce “errore progettuale” per cui progettisti e direzione lavori hanno inaugurato uno scambio epistolare lungo mesi, alla fine del quale, lo scorso luglio, le controdeduzioni dei progettisti vengono definite «del tutto insoddisfacenti».
Per questo in Giunta è stata approvata un'ulteriore perizia suppletiva e di variante per 23 piccoli interventi di adeguamento progettuale il cui importo complessivo ammonta a oltre 65 mila euro, 72 mila in totale Iva compresa. Il nuovo termine contrattuale di conclusione del primo lotto, concessi 15 giorni in più, è fissato al 15 maggio. Tuttavia la Giunta ha deliberato di incaricare l'Avvocatura comunale, alla quale saranno trasmessi gli elaborati di variante, di «procedere all'accertamento di tutte le conseguenze derivanti dall'errore progettuale evidenziato ed intraprendere le azioni giuridiche necessarie per l'integrale ristoro dei danni subiti e subendi dal Comune di Udine nei confronti dei progettisti, nonché nei confronti degli altri soggetti che ritenga di dover chiamare in causa sulla scorta della documentazione già acquisita o che acquisirà agli atti».
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