Droga, 262 condanne da tagliare

Sabato 2 Agosto 2014
UDINE - Fu da Udine che, in occasione dell'apertura del processo Rototom, la Società della Ragione e tante altre associazioni iniziarono il contrasto alla costituzionalità della Fini Giovanardi, che la Consulta ha cassato il 12 febbraio scorso. «Ma anche ora che la battaglia è stata vinta, sul tappeto resta il destino di tanti condannati per una legge incostituzionale», spiegano Massimo Brianese e Franco Corleone, che hanno convocato da Caucigh la stampa per parlare delle migliaia di detenuti per reati connessi alla droga che attendono la rideterminazione della pena, anche in Friuli Venezia Giulia dove tale legge ha riempito un terzo delle nostre carceri dove la situazione del sovraffollamento resta pesante.
Nelle case circondariali della Regione sono presenti al 30 giugno 644 detenuti, quando la capienza regolamentare sarebbe di 495: il 30 per cento in più, e se si pensa che il 31 dicembre scorso erano 763, il 50 per cento in più, i dati colpiscono. Udine è maglia nera, con 169 ristretti rispetto ai 111 posti di legge, il 52 per cento in più.
Tra i carcerati in Friuli i 262 condannati in base alla Fini Giovanardi potrebbero aver diritto a pesanti sconti (fino a due terzi della pena) che spesso aprirebbero loro le porte delle case circondariali restituendogli la libertà. Ma tale riconteggio non è automatico: il detenuto deve presentare un “incidente di esecuzione” che poi il Tribunale valuterà per verificare se sussistono i presupposti. La Società della Ragione ha ieri lanciato un appello a parlamentari e consiglieri regionali affinché portino nelle carceri i moduli predisposti per tale richiesta, piuttosto complessi e diversificati. C'è infatti chi è condannato perché recidivo, chi condannato in base all'equiparazione di droghe leggere e droghe pesanti, e altri ancora. «Ogni caso è un caso a sé, ma è un principio di giustizia» hanno detto gli avvocati Andrea Sandra e Rino Batocletti: quest'ultimo ha evidenziato come il clima sulle droghe stia cambiando, portando ad esempio la prima sentenza della Cassazione che due giorni fa ha per la prima volta definito legittima la coltivazione di cannabis per uso personale.
Resta il fatto che da febbraio la vacatio legis non è stata in alcun modo risolta e «il timore è che non ci siano le condizioni politiche – ha spiegato il Garante dei detenuti di Udine Maurizio Battistutta – per migliorare con opportuni provvedimenti le politiche sulla droga né le condizioni di vita dei detenuti nelle carceri». In questi mesi fra l'altro i due Dipartimenti dell'Amministrazione penitenziaria e dell'Antidroga sono senza direttori, e la prima situazione non giova - fra l'altro – all'iter di realizzazione del nuovo carcere di San Vito al Tagliamento che potrebbe dare risposta a molti problemi delle strutture regionali.
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