Dismissioni e poi affitti la strategia già definita ma rimasta sulla carta

Sabato 20 Dicembre 2014
TOLMEZZO - Oltre alla chiusura di tre strutture di vendita del Veneto (Loria, Ponte di Piave e Rosà), con cassa integrazione per 25 dipendenti e oltre al contratto di solidarietà per 12 mesi per 397 maestranze con contestuale dichiarazione di 32,5 esuberi, il piano industriale che Coopca aveva presentato a fine ottobre scorso, prima del precipitare della situazione, prevedeva anche altre misure di risanamento attualmente rimaste in stand-by in attesa del nuovo piano.
Lo si apprende dal ricorso per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo con riserva depositato dalla stessa società presso il Tribunale di Udine lo scorso 17 novembre. In tale atto si parlava infatti della «chiusura del punto vendita di Buja dal gennaio 2015; cessione di ramo d'azienda di Cittadella e affitto del ramo d'azienda di Trieste; riorganizzazione delle funzioni di sede e delle strutture di vendita per un ulteriore recupero di 5 dipendenti per gli uffici, 7 nel magazzino e 10 nei punti vendita. Il tutto, sommate le iniziative attivate ad ottobre, per »benefici di conto economico su base annua di circa 2,770 milioni di euro».
In attesa dell'adozione del piano industriale, Coopca - si legge ancora nella relazione - «aveva instaurato trattative per la dismissione di alcuni cespiti. In particolare era stata negoziata tra Coopca e il "Sistema cooperative" la vendita di due immobili a Oderzo e Rivignano e il contestuale affitto dei medesimi a Coopca con un flusso finanziario dell'operazione stimato in circa 3,5 milioni di euro.(DZ)