Di giorno in spiaggia di notte a rubare

Martedì 23 Settembre 2014
Di giorno in spiaggia di notte a rubare
UDINE - Il giorno lo passavano in spiaggia, a prendere il sole e riposare. La notte svaligiavano i negozi di tutto il nordest con precisione e rapidità chirurgica.
Avevano già messo a segno quattro colpi in sei giorni, tra Friuli e Veneto, per un bottino complessivo di oltre 150 mila euro. E avrebbero probabilmente colpito ancora se carabinieri e polizia non li avessero assicurati alla giustizia mercoledì mattina, al termine di un'operazione congiunta con cui hanno sgominato la "banda del cronometro", così ribattezzata per la velocità con cui riuscivano a svuotare i negozi e per la cadenza quasi giornaliera con cui mettevano a segno i colpi.
FERMO E CUSTODIA IN CARCERE. In manette sono finiti cinque giovani moldavi, tutti incensurati. Solo uno era già noto alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio. Chiril Portnoi (23 anni), Mihail Portnoi (21), Serghei Mocanu (24), Dorel Scoarta (22) e Alexandru Ostrov (23) sono stati bloccati mercoledì mattina sull'arenile, mentre si riposavano dalle fatiche dell'ultimo colpo, messo a segno appena poche ore prima in una profumeria a Mogliano Veneto, cercando di sviare i sospetti.
Il fermo è stato convalidato dal gip del tribunale di Udine Francesco Florit che ha disposto nei confronti di tutti la custodia cautelare in carcere.
LE INDAGINI. I carabinieri del Nucleo investigativo di Udine, comandati dal maggiore Roberto Scalabrin, e gli agenti della Squadra Mobile di Udine, diretti dal vice questore aggiunto Massimiliano Ortolan, con il supporto dei militari della compagnia di Latisana e della stazione di Lignano e dei colleghi della Mobile di Gorizia e della stradale di Palmanova, avevano cominciato a concentrare i sospetti sul gruppetto di moldavi dopo i primi due colpi messi a segno in altrettanti negozi di Udine e dell'hinterland. I movimenti sospetti di tre auto di grossa cilindrata notate in zona, alcune incongruenze sulle targhe e la presenza del gruppetto di giovani stranieri da pochi giorni arrivati a Lignano avevano fatto combaciare le prime tessere del puzzle.
IL COVO. Il quadro si è completato mercoledì con l'individuazione dei punti in cui nascondevano le auto usate per i colpi, su cui avevano apposto due targhe italiane e una austriaca rubate a Settimo Milanese, Noventa di Piave e Monfalcone. Una Bmw X5, rubata il 14 settembre a Portogruaro (Venezia), era stata nascosta nei pressi del Tagliamento a Latisana. Le altre due, una Bmw X1 rubata a Modena il 10 e una 530 a San Donà il 14, erano state utilizzate per raggiungere Lignano dove i moldavi avevano creato la loro base operativa, in un appartamento affittato in calle Schiller a Riviera.
Erano arrivati il 9 e si sarebbero fermati per circa un mese, probabilmente intenzionati a colpire ancora, prima di cambiare zona o tornare in patria. Gli investigatori li hanno osservati durante un sopralluogo effettuato a Portogruaro.
I COLPI. Gli investigatori, coordinati dal pm Maria Caterina Pace, attribuiscono per ora quattro spaccate alla banda. Il 12 settembre alla profumeria Elisee di Tavagnacco. Il 15 a un negozio Vodafone di Udine. Il 16 all'Emisfero di Monfalcone e il 17, alle 5 del mattino, alla profumeria Sephora di Mogliano Veneto. Ciascun colpo aveva fruttato circa 30 mila euro. Il bottino più ingente, circa 50-75 mila euro, è stato quello realizzato a Monfalcone.
REFURTIVA. Una parte della refurtiva (profumi, tablet, telefoni e televisori) è stata recuperata dagli investigatori in un casolare lungo lo stradone tra Lignano e Latisana.
Le indagini proseguono ora per capire dove sia finito il resto del materiale rubato. Gli investigatori non escludono che possa già essere stato smistato anche all'estero.
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