Concordia, l'affonda-turismo

Mercoledì 30 Luglio 2014
Concordia, l'affonda-turismo
Martina assicura che si è trattato di semplice «casualità». Ma altri ci leggeranno un segno del destino. A quasi 24 ore esatte dal momento in cui la Concordia lasciava il Giglio, a Udine Martina Rossi, 24 anni, discuteva la sua tesi di laurea in economia aziendale sulle implicazioni economiche di quel naufragio, a confronto con un altro naufragio. Quello dell'Andrea Doria, la nave speronata la notte del 26 luglio 1956 dal piroscafo svedese Stockholm.
«Mi interessava un argomento di attualità - spiega Martina, che è stata intervistata anche sulla stampa nazionale -. Il mio professore mi ha proposto di fare un'analisi comparativa, mettendo a confronto due naufragi diversi, due Italie diverse. Quella dell'Andrea Doria negli anni del boom del dopoguerra e quella della Concordia in questi anni di crisi. È stato molto stimolante: ho lavorato sei mesi. Non ho inventato nulla di nuovo: ho raccolto le informazioni che esistono già facendo una ricerca». Fra bilanci, documenti ufficiali (il decreto anti-inchini, ma anche le registrazioni delle conversazioni in plancia sulla nave Costa), comunicati stampa, articoli e interviste dei media, ne sono uscite 140 pagine. E un'analisi anche sul "dopo-Concordia" per il Giglio. Che, dice Martina, potrebbe subire un contraccolpo non da poco, turisticamente parlando, se non si corre ai ripari. «Mentre nel caso dell'Andrea Doria il recupero non è mai avvenuto, quello della Concordia è stata un'operazione seguita in tutto il mondo, perché mai tentata prima e perché ha avuto un impatto sul Giglio, alimentando tutta una serie di attività commerciali, tanto che ha inciso sul Pil dell'isola. Da un lato, c'era il cosiddetto "turismo macabro", di tutti i visitatori che andavano sull'isola solo per fotografare il relitto, dall'altro le 500 persone impegnate nel cantiere. Ho anche considerato le imprese italiane impiegate nel recupero: per loro è stata una sorta di "vetrina"».
Qualche numero? «Pochi giorni dopo il naufragio, il 21 gennaio 2012, 1.080 persone hanno preso il traghetto per l'isola. Un fatto eccezionale per un sabato invernale», racconta Martina. Perché, se «da un lato il relitto poteva "disturbare" la stagione estiva, dall'altro ha sicuramente alimentato tutta una serie di attività che hanno avuto dei ritorni economici, considerando che d'inverno non si sono mai visti prima al Giglio così tanti visitatori. La Concordia ha funzionato come "calamita"». E adesso? «Molte delle persone che sinora si erano recate al Giglio per vedere il relitto, ora - sostiene Martina - andranno a Genova. Si toglierà una buona fetta del mercato. Una stima, che ho trovato durante la mia ricerca e non ho fatto io, parlerebbe dell'80% di presenze in meno d'inverno dei cosiddetti "turisti macabri"».
Ma Martina ha anche studiato l'impatto sul mercato crocieristico dopo il naufragio. «L'andamento delle prenotazioni di Costa ha registrato un calo effettivo solo nei primi due mesi dopo l'incidente. Già da aprile 2012 le crociere di Pasqua hanno avuto trend di prenotazioni superiori a quelle di aprile 2011 e tutta la stagione estiva ha registrato valori superiori al 2011. Un effetto della politica di riduzione dei prezzi. Nel complesso Costa Crociere nell'esercizio 2012 ha ospitato nelle sue navi 2.273.095 passeggeri rispetto ai 2.304.501 nel 2011. L'occupazione nel 2013 ha segnato il "tutto esaurito" su tutte le navi Costa ad agosto. Il fatturato Costa fra 2011 e 2012 è calato "solo" del 2,6%: un decremento contenuto alla luce della tragedia».
Nel suo confronto fra i due episodi, «ho analizzato anche la gestione dell'emergenza. Nel caso dell'Andrea Doria, nonostante il sinistro fosse accaduto nell'Oceano e in un fitto banco di nebbia, le operazioni di salvataggio ebbero un esito positivo in quanto le 51 morti avvennero nel momento della collisione con la Stockholm».
A laurea magistrale conquistata, ora Martina ragiona sul suo futuro. «Sto vagliando un po' di alternative. A me piacerebbe iniziare a lavorare per una grande azienda, con uno stage. Altrimenti, con l'indirizzo di amministrazione e controllo che ho scelto potrei fare pratica da commercialista». Per ora, però si gode il successo da "dottoressa", assieme al papà Stefano, grossista di abbigliamento, alla mamma Monica Bevilacqua, che lavora in Comune a Tavagnacco, e al fratello Gianluca di 18 anni. «Erano tutti contentissimi».