Chiuse e corrette le bozze, uscirà il 18 marzo prossimo il nuovo romanzo di

Venerdì 19 Dicembre 2014
Chiuse e corrette le bozze, uscirà il 18 marzo prossimo il nuovo romanzo di Massimiliano Santarossa, che segna il ritorno dello scrittore pordenonese sotto l'ala della casa editrice Baldini & Castoldi. Mentre il suo sesto libro Il Male (Hacca Edizioni, 2013) continua a ottenere riscontri positivi (in questo dicembre è stato finalista al concorso della radiotrasmissione Fahrenheit come miglior libro dell'anno e nella Top 10 dei libri del 2014 per la rivista digitale RoarMagazine) ecco che è ormai pronto "Metropoli", romanzo distopico ambientato nel 2035, con il quale Santarossa abbandona definitivamente le ambientazioni del Nordest, per spostarsi in una grande città del Sud Europa, tra atmosfere che riecheggiano da una parte George Orwell e dall'altra lo scrittore francese Michel Houellebecq. «Non è una profezia e nemmeno fantascienza - premette Santarossa - semmai l'immagine di un futuro possibile. Credo. come diceva Celine, che uno scrittore debba anticipare raccontando il peggio, con l'intima speranza di venire smentito. Se si prosegue sulla strada attuale, l'Europa del Sud è destinata a restare senza finanza ed economia. Allora cosa potrebbe accadere, a un popolo di centinaia di milioni di individui che nemmeno sanno procurarsi cibo, scaldarsi, costruirsi un riparo?».
La risposta che si è dato l'autore di Metropoli è quella di un balzo sociale all'indietro, un ritorno a una situazione simile alla fine dell'Ottocento e gli inizi del XX Secolo. «Dal 2007 a oggi pil, potere d'acquisto e occupazione sono crollati - è l'analisi di partenza - proseguendo così, tra vent'anni torneremo ai mestieri artigianali e contadini, al baratto e alle fabbriche a vapore».
Metropoli è l'unica città sopravissuta «a una catastrofe finanziaria, più che nucleare - spiega Santarossa - Nelle fabbriche ci sarà il fordismo spinto e l'autoschiavitù: le persone saranno pronte a qualsiasi lavoro pur di sopravvivere. Protagonista è L'Uomo, noto con un numero di matricola, che si muove in un'ambiente privo di gerarchie. Nel corso del romanzo, scritto in terza persona al passato, compie una riflessione su due parole delicate - speranza e libertà - con il desiderio di ritrovare la propria umanità».
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